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[p. 462 modifica] quel momento a cui forse si dee riferire il maggior progresso della setta scettica o pirroniana. (Vedi Diogene Laerzio, l. 9, Luciano passim, e Sesto Empirico, i quali furono bensí sotto Aurelio, e Comodo, cioè dopo nato il cristianesimo, ma non però divulgato, anzi bambino).


*   Con ciò si potrà spiegare perché il cristianesimo fosse rivelato in quel tempo, e non prima né dopo: e per la pienezza de’ tempi famosa nel Vecchio Testamento si [p. 463 modifica]potrà ingegnosamente e sodamente intendere quel punto in cui la ragione e il sapere divenuti affatto soverchianti e preponderanti aveano incominciato una devastazione e una rivoluzione micidiale nell’uomo e una mortificazione generale dei popoli cólti e degl’individui. In maniera che quello era il punto in cui, se esiste un Dio che curi le cose umane, una grande rivelazione del vero relativo all’uomo diveniva precisamente e per la prima volta necessaria.


*   E il cristianesimo fece certo un gran bene e sostenne il mondo crollante, sovvenendo con una medicina composta della ragione, alla malattia mortale cagionata da essa ragione. Ma, appunto perché la medicina era composta di ragione e perché le origini del cristianesimo furono quelle che ho spiegate, cioè il guasto fatto dalla ragione e la necessità di un rimedio ragionevole, perciò