Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3979
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Cosí, credo, altri nomi vi sono che hanno diversi generi o in ambo i numeri o in un solo, senza diversa significazione. Cosí caelus onde caeli, e caelum che oggi non ha plurale, siccome il singolare di caelus è antiquato (14 decembre 1823).
* Come la lingua e letteratura italiana si stimassero nel cinquecento da molti anche dotti e gravi uomini non dovere né potere uscire de’ termini in che le posero i tre famosi trecentisti, anzi solamente il Petrarca e il Boccaccio, né delle lor parole e modi e artifizi e stili, e dell’abito ch’essi avevan dato all’una e all’altra ec., del che altrove, vedi il Dialogo della Rettorica dello Speroni, Dialoghi, Venezia, 1596, p. 147-150, p. 157, fine - 158, principio, p. 162, verso il fine (14 decembre 1823).
* Alla p. 3940. Non sempre però usa l’i. Alle volte usa la vocale stessa ch’é la prima della parola raddoppiata, come in κάρχαρος da χαράσσω (dove anche è aggiunto l’ρ, καρ), e credo in molti altri casi. Fors’anche usa altre vocali e altri modi di duplicazione. Ma uno di tali modi è certo il sopraddetto, cioè la prima consonante della voce raddoppiata, e un i, e questo è regolare e forse il piú frequente e regolare e uniforme ec. (14 decembre 1823). E chi sa anche se quel κάρχαρος ha veramente l’etimologia che gli attribuiscono ec. E la forma della voce raddoppiata, cioè χάρος è molto irregolare quanto alla sua derivazione da χαράσσω, se questa è vera ec. Laddove le forme delle voci raddoppiate coll’i (come τιτρώσκω) sono regolari ec. (14 decembre 1823). Vedi p. 3989, 3993, 4009, capoverso 8.
* Quanto alla particella negativa o privativa ne o nec per non, del che altrove, dà un’occhiata nel Forcellini a tutte le voci