<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3418&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161205054004</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3418&oldid=-20161205054004
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3418 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 375modifica] che dee parere a prima giunta, i piú licenziosi scrittori, che sono i poeti, son quelli che piú lungamente e fedelmente conservano la purità e l’antichità della lingua, e che piú la tengon ferma, mirando sempre e continuando il linguaggio de’ primi istitutori della poesia ec. Dalla quale antichità la prosa, obbligata ad accostarsi all’uso corrente, [p. 376modifica]sempre piú s’allontana. Ond’é che il linguaggio prosaico si scosti per vero dire esso stesso dal poetico (piuttosto che questo da quello), ma non in quanto poetico, solo in quanto seguace dell’antico, e fermo (quanto piú si può) all’antico, da cui il prosaico s’allontana. Del resto, il linguaggio e lo stile delle poesie di Parini, Alfieri, Monti, Foscolo è molto piú propriamente e piú perfettamente poetico e distinto dal prosaico, che non è quello di verun altro de’ nostri poeti, inclusi nominatamente i piú classici e sommi antichi. Di modo che per quelli e per gli altri che li somigliano, e per l’uso de’ poeti di questo e dell’ultimo secolo, l’Italia ha oggidí una lingua poetica a parte e distinta affatto dalla prosaica, una doppia lingua, l’una prosaica, l’altra