<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3250&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170119133938</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3250&oldid=-20170119133938
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3250 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 272modifica] delicatezza delle forme, non perché la delicatezza sia pregio per se; che anzi la rispettiva delicatezza delle forme era certamente biasimo, e tenuto per difetto, o per causa di minor pregio d’esse forme, appo gli uomini primitivi; ma solo perché la delicatezza fisica oggidí, contro le leggi della natura, e contro il vero ben essere e il destino dell’umana vita, è fatta propria e caratteristica delle nazioni e persone civili.1 Laonde ben s’ingannarono quei tedeschi (ripresi da Mad. di Staël nell’Alemagna) che cercarono di raddolcire la loro lingua, credendo farsi tanto piú pregevoli degli altri tedeschi quanto piú dolcemente di loro la parlassero e [p. 273modifica]scrivessero, e che la dolcezza, procurandola alla lingua tedesca, le avesse ad esser pregio, contro la natura e contro il carattere della lingua, il quale è la forza, e tanta forza richiede nello scrittore e nel parlatore, quanta possa non varcare i confini prescritti dalla qualità d’essa lingua, e da quella delle particolari materie in essa trattate; ed esclude, colle medesime condizioni, la dolcezza, come vizio nella lingua tedesca e non pregio, perché opposta alla sua natura.