<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/300&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192137</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/300&oldid=-20130712192137
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 300 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 375modifica] L’ambizione, l’avarizia ec. cadono sotto la categoria dell’interesse, consistono nel freddo calcolo dell’egoismo, e perciò spettano alla ragione, tutto l’opposto del fervido, irriflessivo e cieco impeto della passione. E chi sacrifica se stesso al principe per ambizione, [p. 376modifica]avarizia o altre mire di propria utilità, non si sacrifica veramente al principe ma a se stesso, e tanto quanto lo crede utile a se stesso, e in caso diverso abbandona la sua causa. Ma l’amor di parte conduce a sacrificarsi furiosamente, e senza riserva né condizione né ritegno né calcolo veruno, all’oggetto di questo amore; e cosí la passione primieramente è piú forte della ragione e dell’interesse e conduce ad affrontare molto maggiori ostacoli e pericoli; in secondo luogo non è soggetta a cambiar di strada secondo le circostanze, come l’interesse che da una causa porta a difenderne un’altra, secondo che meglio torna. I principi dunque, non potendo esser favoriti dai sudditi per altra passione che per la sopraddetta, e l’interesse non essendo né cosí forte, né molto meno cosí costante, la ragione poi essendo inoperosissima (giacché vediamo tutto giorno che quella parte