<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/301&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192139</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/301&oldid=-20130712192139
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 301 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 376modifica] dei sudditi la quale ama o favorisce il suo governo per mera persuasione, come anche quella che lo odia nello stesso modo, è la parte piú immobile e piú passiva del popolo), debbono fomentare l’amor di parte. E siccome questo non è attivo, anzi non esiste se non v’é parte contraria, perciò, quantunque sembri un paradosso, si può affermare che giova al principe il dar luogo a una fazione contraria alla sua, quando esista la favorevole e sia piú forte com’é il piú naturale e ordinario. Questa fu la pratica dei romani, la quale riuscí loro cosí bene come nessuno ignora. E i realisti di Francia e le provincie o città realiste non sarebbero cosí ardenti sostenitori del re, se non avessero lo spirito di parte e se non esistesse un partito contrario considerabile, il quale non è piú forte, ma se fosse, l’affare sarebbe fuor del caso. E cento altri esempi e prove simili può fornire la storia antica e moderna e presente. Quello dunque che ho detto p.113 de’ conquistatori, si può estendere a tutti i principi e governi (27 ottobre 1820), massime monarchici, oligarchici, aristocratici ec.; perché nelle
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