Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2911

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[p. 72 modifica] medesimo stile. Il che si attribuisce alla lontananza de’ tempi e de’ nostri gusti e costumi, quasi l’uniformità dello stile ebraico non fosse vera, se non relativamente. Ma io la credo assolutamente vera, e l’attribuisco alle dette ragioni, né credo che lo scrittore ebraico potesse avere stile proprio, né veruna materia stile proprio, ma tutti e due un solo, quanto alla lingua, per la povertà di questa1 ed eziandio quanto al modo e alla parte dello stile che spetta alle sentenze, per la niuna arte degli scrittori, e perché la lingua li serrava e circoscriveva anche in questa parte. Come appunto anche in Francia fa la medesima lingua, e l’impero assoluto dell’usanza, il qual si esercita colà sullo stile come su d’ogni altra cosa. Del resto, come la lingua francese non ha che linguaggio e stile prosaico e manca del poetico, cosí l’ebraico non ha che il poetico e manca del prosaico. E ciò perché quella è lingua definitamente ed essenzialmente moderna, questa fu essenzialmente e moralmente antica e quasi primitiva. [p. 73 modifica]È notabile come da contrarie cause nascano uguali effetti. La lingua ebraica non ammette varietà nello stile per esser troppo antica, la lingua francese nemmeno, per esser troppo moderna; quella per eccesso d’imperfezione e per povertà che nasce dall’antichità, questa per eccesso di perfezione e per povertà che nasce dall’essere squisitamente moderna, sí di tempo come d’indole. Nell’una e nell’altra le parole poco vagliono, le sentenze tutto, lo stile si riduce ai nudi concetti (cosa che non ha luogo in verun’altra lingua letterata). Ma ciò nella ebraica perché le parole non hanno ancor preso vigore, nella francese perché l’hanno perduto; in quella perché i concetti non hanno ancora onde farsi un corpo, in questa perché l’hanno deposto; in quella perché la materia è ancora scarsa a vestir lo spirito, in questa perché lo spirito ha consumato la materia, è ricomparso nudo del corpo di cui s’era vestito, ha prevaluto alla materia, e tutta l’esistenza è spiritualizzata, né si vede o si tocca oramai, o certo non si vuole né vedere né toccare quasi altro che spirito.

Note

  1. Non solo gli scrittori ebraici o le varie materie in lingua ebraica, ma neppur essa la lingua ha uno stile, cioè un modo determinato, come l’ha bene, anzi troppo determinato, la francese: perocché la lingua ebraica è troppo informe per avere uno stile proprio; e precisamente ella è l’estremo contrario della francese quanto all’informità. Vedi la p. 2853, margine, p. 3564.