Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2910

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[p. 71 modifica] questo dignitoso e magnifico, questo energico, questo grazioso quanto alle parole, e questo no. Onde nasce che, anche generalmente parlando, la differenza dello stile, cioè del modo di esprimere i concetti, ché questo è ciò che si chiama stile, è poco sensibile al forestiere nella lingua francese; certo assai meno sensibile che nelle altre. Difficilissimo è ancora al forestiero il sentir la differenza degli stili (inquanto propriamente stili) francesi di diversi tempi (dico dal secolo di Luigi in poi), o comparando uno scrittor d’un secolo a uno di un altro, o generalmente lo stile di un secolo a quel di un altro. Ho detto dal secolo di Luigi, e intendo di quelli che in quel secolo scrissero bene, e che s’hanno ancora per buoni, e in quanto s’hanno per tali (come Corneille), nella lingua ec. Tanto piú che nella espressione de’ concetti, anche in quella parte dello stile che spetta alle sentenze, il [p. 72 modifica]modo degli scrittori francesi è piú vario bensí che nella parte delle parole, ma infinitamente meno vario che negli scrittori delle altre lingue, sí per rispetto dell’uno scrittore e dell’un secolo all’altro, o dell’una opera e dell’un genere di scrittura all’altra opera e all’altro genere, sí per rispetto alle varie parti di una stessa opera o genere, e alle varie gradazioni e qualità di un medesimo stile. E basti dire in prova, che la lingua francese non solamente non ha linguaggio, ma neppur quasi stile poetico veramente.

     In simil modo nella lingua ebraica non si sente se non poca differenza di stili, o di qualità di un