Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3564
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incontrovertibilmente segnati, tirati, descritti. Onde il linguaggio perfettamente proprio e particolare della prosa, e il perfettamente proprio e particolare della poesia, sono dovuti venire in essere a un medesimo tempo, e non prima l’uno che l’altro (o non prima esser perfetto ec. ec. l’uno che l’altro, e crescer del pari quanto alla loro prosaicità e poeticità); perché ciascun de’ due è rispettivo all’altro ec. ec. (30 settembre 1823).
* Alla p. 2911, margine. La lingua ebraica è poetica ancor nella prosa, per quella sua estrema povertà, della quale altrove ho ragionato, mostrando come in ciascuna sua parola cento significati si debbano accozzare e si accozzino, conforme accadde a principio in ciascheduna lingua, finché col variare o per inflessione, o per derivazione, o per composizione, o con altra modificazione le poche radici a seconda de’ loro vari significati, si venne d’una sola parola a farne moltissime, e di poche infinite; per modo che ciascun significato de’ tanti che dapprima erano riuniti in un solo vocabolo, non per esser trasportato ad altra parola, ma come per suddivisione o emanazione o altra varia modificazione di