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(2912-2913) pensieri 73

È notabile come da contrarie cause nascano uguali effetti. La lingua ebraica non ammette varietà nello stile per esser troppo antica, la lingua francese nemmeno, per esser troppo moderna; quella per eccesso d’imperfezione e per povertà che nasce dall’antichità, questa per eccesso di perfezione e per povertà che nasce dall’essere squisitamente moderna, sí di tempo come d’indole. Nell’una e nell’altra le parole poco vagliono, le sentenze tutto, lo stile si riduce ai nudi concetti (cosa che non ha luogo in verun’altra lingua letterata). Ma ciò nella ebraica perché le parole non hanno ancor preso vigore, nella francese perché l’hanno perduto; in quella perché i concetti non hanno ancora onde farsi un corpo, in questa perché l’hanno deposto; in quella perché la materia è ancora scarsa a vestir lo spirito, in questa perché lo spirito ha consumato la materia, è ricomparso nudo del corpo di cui s’era vestito, ha prevaluto alla materia, e tutta l’esistenza è spiritualizzata, né si vede o si tocca oramai, o certo non si vuole né vedere né toccare quasi altro che spirito.  (2913) Ambedue le lingue dànno nel metafisico e, si può dire, nell’incorporeo per due cagioni e principii direttamente opposti, come il fanciullo per eccessiva semplicità è talvolta cosí sottile nelle sue quistioni, come il filosofo per grande dottrina e sapienza e sagacità (7 luglio 1823). Vedi la pag. seguente.


*    Alla p. 2853, margine. Veramente la pretesa forza d’imitazione che ha la lingua tedesca non potrebbe perfettamente realizzarsi che sopra una lingua come l’ebraica. Perocché una lingua informe come questa può sola esser bene imitata, anzi contraffatta, copiata e trasportata tutta intera in una lingua informe come è necessario che sia la lingua tedesca se ha la detta forza e facoltà che se le attribuisce. E viceversa, solo una lingua informe, come questa, sarebbe atta a con-