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72 pensieri (2910-2911-2912)

modo degli scrittori francesi è piú vario bensí che nella parte delle parole, ma infinitamente meno vario che negli scrittori delle altre lingue, sí per rispetto dell’uno scrittore e dell’un secolo all’altro, o dell’una opera e dell’un genere di scrittura all’altra opera e all’altro genere, sí per rispetto alle varie parti di una stessa opera o genere, e alle varie gradazioni e qualità di un medesimo stile. E basti dire in prova, che la lingua francese non solamente non ha linguaggio, ma neppur quasi stile poetico veramente.

     In simil modo nella lingua ebraica non si sente se non poca differenza di stili, o di qualità di un  (2911) medesimo stile. Il che si attribuisce alla lontananza de’ tempi e de’ nostri gusti e costumi, quasi l’uniformità dello stile ebraico non fosse vera, se non relativamente. Ma io la credo assolutamente vera, e l’attribuisco alle dette ragioni, né credo che lo scrittore ebraico potesse avere stile proprio, né veruna materia stile proprio, ma tutti e due un solo, quanto alla lingua, per la povertà di questa1 ed eziandio quanto al modo e alla parte dello stile che spetta alle sentenze, per la niuna arte degli scrittori, e perché la lingua li serrava e circoscriveva anche in questa parte. Come appunto anche in Francia fa la medesima lingua, e l’impero assoluto dell’usanza, il qual si esercita colà sullo stile come su d’ogni altra cosa. Del resto, come la lingua francese non ha che linguaggio e stile prosaico e manca del poetico, cosí l’ebraico non ha che il poetico e manca del prosaico. E ciò perché quella è lingua definitamente ed essenzialmente moderna, questa fu essenzialmente e moralmente antica e quasi primitiva. (2912)

  1. Non solo gli scrittori ebraici o le varie materie in lingua ebraica, ma neppur essa la lingua ha uno stile, cioè un modo determinato, come l’ha bene, anzi troppo determinato, la francese: perocché la lingua ebraica è troppo informe per avere uno stile proprio; e precisamente ella è l’estremo contrario della francese quanto all’informità. Vedi la p. 2853, margine, p. 3564.