Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2699
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Dante) mescolati, quali sono il Petrarca, il Boccaccio, il Passavanti, il traduttore delle Vite de’ Padri, eccetto alcune poche e sparse parole o frasi, sono ancora moderni per noi, e la loro lingua è fresca e viva, come fosse di ieri. La differenza tra essi e noi sta quasi tutta nello stile e ne’ concetti. Vedi p. 2718.
Al contrario, le lingue non bene o sufficientemente organizzate e regolate variano continuamente e in breve si spengono quasi affatto, e fanno luogo a lingue quasi nuove, anche durando il medesimo stato della nazione, sia di civiltà (se pur vi fu mai civiltà non accompagnata da lingua illustre), sia di maggiore o minore barbarie. La lingua provenzale, benché scritta da tanti in poesia ed in prosa, pure, perché non ordinata sufficentemente né ridotta a grammatica, è tutta morta dopo brevissima vita. E degli stessi trecentisti italiani, quelli che piú s’accostarono al dir plebeo e provinciale, fosse fiorentino o qualunque, siccome tanti scrittori fiorentini o toscani di cronichette o d’altro, sono già da gran tempo scrittori di lingua per grandissima