Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2700

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[p. 385 modifica] parte morta; giacché infinite delle loro voci, frasi, forme e costruzioni piú non s’intendono nelle stesse loro provincie, o vi riescono strane, insolute, affettate, antiquate e invecchiate. Vedi Perticari Apologia di Dante, capo 35, e specialmente p. 338-45 (17 maggio 1823).


*   La cagione per cui negli antichissimi scrittori latini si trova maggiore conformità e di voci e di modi colla lingua italiana, che non se ne trova negli scrittori latini dell’aureo secolo, e tanto maggiore quanto sono piú antichi, si è che i primi scrittori di una lingua, mentre non v’è ancora lingua illustre, o non è abbastanza formata, divisa dalla plebea, fatta propria della scrittura, usano un piú gran numero di voci, frasi, forme plebee, idiotismi ec. che non fanno gli scrittori seguenti; sono in somma piú vicini al plebeo da cui le lingue scritte per necessità incominciano, e da cui si vanno dividendo solamente a poco a poco; usano una piú gran parte della lingua plebea ch’è la sola ch’esista allora nella nazione, o che