Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2521

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[p. 288 modifica] non in quanto purità, né in quanto nazionale ec. (qualità alienissime dall’eleganza e dalla grazia), ma in quanto pellegrina e rara e distinta dall’uso comune e ritirata dal volgo e diversa dalla favella giornaliera presente (il che viene insomma a dire ch’ella non é piú veramente purità, essendo bensí stata, ma non essendo piú nazionale. E pure allora solamente viene in pregio la purità, quando ella non è piú tale, cioè quando, a volerla usare, non si usa la vera lingua nazionale corrente. Cosí lingua pura è un abuso di parole, invece di dire lingua antica della nazione e degli scrittori nazionali). Vedi d. 2529.


     Tutte le sopraddette osservazioni, e particolarmente quelle della pagina 2512, fine - 13, si debbono applicare alla teoria della grazia derivante da quello ch’è fuor dell’uso. Le cagioni dell’eleganza delle parole o modi sono eterne ed eternamente le stesse. Ma niuna parola o frase ec. di niuna lingua è perpetuamente elegante,