Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2369
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dove parta non vuol dir neppure comparata, acquisita, italiano procacciata ec., come spiega partus il Forcellini, ma semplicissimamente parata, giacché non solo non era ancora acquistata né procacciata, procacciata, ma doveva costare lunghissime e innumerabili e grandissime fatiche e rischi il guadagnarla, come poi dice Virgilio tante altre volte, e di queste fatiche e rischi fa tutto il soggetto dell’Eneide: la quale sarebbe finita in quel passo, se parta volesse dire guadagnata (30 gennaio 1822).
* Noi diciamo fare una cosa di buona gana, cioè alacriter. Presso gli spagnuoli gana vale alacritas. Gli scrittori latini non hanno parola da cui questa si possa derivare. E pure dove credete che rimonti la sua origine? Alle primissime sorgenti delle due lingue sorelle latina e greca. Γάνος in greco vuol dire laetitia, gaudium, voluptas. Vedi il lessico, co’ suoi derivati. Come dunque questa voce nostra e spagnuola, volgarissima in ambo le lingue, anzi plebea, né degna della scrittura sostenuta, può esser mai derivata dal greco? quando ne’ tempi barbari in cui nacquero tali lingue