Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1985
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(24 ottobre 1821).
* La lingua francese è propriamente sotto ogni rapporto, per ogni verso, la lingua della mediocrità. Ella non è né sarà mai la lingua della grandezza in nessun genere, né della originalità (qual è la lingua, tali sono sempre i sentimenti e gli scrittori). E non
non per altra cagione, ella è oggi universale; non per altra si adatta all’intelligenza ed all’uso pratico de’ forestieri d’ogni genere; non per altro si adatta così bene all’uso de’ meno cólti nazionali, ed è ben parlata e scritta da quasi tutti i francesi; non per altra l’andamento il tour di essa lingua è preferito dalla gente comune in tutte le lingua d’Europa a quello della propria lingua; non per altro una donna, un cavaliere italiano mezzanamente cólto, che s’imbarazza e cade in dieci spropositi, non dico contro la purità, ma contro la grammatica, se nello scrivere e nel parlare s’impegna in un periodo all’italiana, riesce facilmente e scampa da ogni pericolo, usando il periodo francese ec. ec. Vero