<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1941&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127150455</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1941&oldid=-20141127150455
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1941 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 453modifica] umane che giudicano e sentono il bello e ne diversificano infinitamente il giudizio, come appunto accade nei sapori, de’ quali si suol dire piú appropriatamente de gustibus non est disputandum. Quanto ai sapori elementari, come il dolce, l’amaro ec., gl’individui sono meno discordi nel giudicarne, perch’essi son fuori dell’armonia la quale dipende dalla sola assuefazione. Non però in modo che [p. 454modifica]anche nel giudizio di essi non influiscano le assuefazioni e le circostanze individuali, nazionali ec. Osservando che l’armonia e disarmonia de’ sapori è determinata nella massima parte dall’assuefazione, non ci maraviglieremo che le cucine e i gusti delle diverse nazioni differiscano tanto piú quanto esse nazioni sono piú lontane e diverse; onde molti cibi e bevande predilette presso una nazione sono disgustosissime a’ forestieri; e cosí pur sappiamo di molti cibi o bevande presso noi detestabili e di cui gli antichi i piú gastronomi e lussuriosi e di buon gusto erano ghiottissimi. E di ciò, stante le dette