<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1783&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127124425</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1783&oldid=-20141127124425
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1783 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 365modifica] e di eccitare in chi piú, in chi meno, in chi nulla, quando piú, quando meno, quando nulla, l’immaginazione ec., come l’ha data, sebbene in minor grado, agli odori, che nessuno chiama belli, ma piacevoli. [p. 366modifica]Quelli che, come si dice, non hanno orecchio, non sono persone incapaci di distinguere l’armonico dal disarmonico ec. (questo farebbe contro voi altri), ma persone a quali l’orecchio è poco suscettibile, e quindi l’animo poco disposto ad esser mosso o affetto da’ suoni e voci del canto, siccome coloro che hanno poco odorato, poco gusto ec. Il loro giudizio non pecca sul piacevole o non piacevole di un odore o di un cibo, e quindi non è falso, ma bensí il loro organo pecca d’insuscettibilità. Questa osservazione dimostra come l’essenziale piacere della musica derivi dal suono e canto propriamente considerato e indipendente dall’armonia, la quale, mediante l’assuefazione (o, secondo voi,