Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1784

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[p. 366 modifica] mediante un senso universale ed innato), tutti sono capaci presto o tardi di distinguere esattamente da quella che si considera da’ suoi compagni come disarmonia. Ed è certo che l’uomo di peggiore orecchio arriva benissimo a questo effetto mediante lo studio, e può anche divenir sommo compositore o esecutore, né perciò migliora l’orecchio suo; segno che il senso e l’effetto della musica si divide in due, l’uno derivante dall’armonia, l’altro dal puro suono. Ma perché questo è il principale, però l’uomo il piú intendente dell’armonia sí musicale che qualunque, se ha cattivo, cioè non suscettibile, orecchio, non può essere se non mediocremente dilettato dalla musica.

Di questi due effetti della musica, l’uno, cioè quello dell’armonia, è ordinario per se stesso, cioè qual è quello di tutte le altre convenienze. L’altro, cioè del suono o canto per se stesso, è straordinario, deriva da particolare e innata disposizione della macchina umana, ma non