Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1492

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[p. 192 modifica] e in tutto ciò che ha bisogno di precisione (diversa dalla proprietà), e generalmente nelle cose moderne e posteriori a’ suoi buoni tempi. Non nego neppure che la lingua italiana non abbia conservato della sostanza materna assai piú delle altre, e meglio, secondo che ho spiegato p. 1503. Ma ch’ella sia, non ostante la sua gran copia di sinonimi, anzi a causa in gran parte di questa, inferiore ancora non poco alla proprietà ed alla ricchezza della sua madre chi ne dubita? E si può veder chiaramente nelle traduzioni. Pigliate una carta, non dico di Tacito o di Sallustio, ma di Livio o di Cicerone, e senza curarvi dell’eleganza, vedete se v’é possibile di rendere cosí esattamente ogni parola e ogni frase, che la vostra traduzione dica precisamente quanto il testo e né piú né meno. Vedrete quanto manchi ancora alla lingua italiana per riuscirci, quante parole e modi latini non abbiano affatto l’equivalente in italiano, e quanti sensi, minuti sí ma distintissimi, non si possano assolutamente significare nella nostra lingua, ch’é pur nelle traduzioni ec. la piú potente delle tre sorelle. E dovrete convenire che lo scrivere