Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1290

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[p. 65 modifica] testo ebraico l’ermeneutica trova bivi e trivi e quadrivi a ogni passo; e nella semplice interpretazione letterale gli stessi odierni giudei, gli stessi antichi dottori della nazione andarono e vanno le mille miglia lontani l’uno dall’altro. Vedete quanti danni recati alla conservazione dell’antica lingua e alla cognizione delle forme, del senso ec. delle antiche parole, dalla maniera di scrivere che abbiam detto.

Ciò non basta. Avendo gli orientali scritto per sí lungo tempo senza vocali, ne deve seguire che la vera antichissima pronunzia delle loro voci e lingue, in ordine ai suoni vocali, cioè alla parte primaria e sostanziale della pronunzia, sia in grandissima parte perduta. La qual naturale opinione si conferma dal vedere [p. 66 modifica]che molte, anzi quasi tutte le voci o i nomi propri ebraici passati anticamente ad altre lingue, si pronunziarono e si pronunziano in ordine alle vocali, tutt’altrimenti da quello che si leggono nella scrittura ebrea masoretica, cioè fornita de’ punti vocali, inventati, secondo i migliori critici, in bassissima età, come gli accenti e gli spiriti che furono aggiunti in bassi secoli alla scrittura greca (Morens conchiude sulla fede del Calmet, del Prideaux, del Vossio e degli altri piú dotti, che detta invenzione fu verso il nono secolo e che per l’avanti nella scrittura ebrea non v’era segno alcuno di vocali). E notate primieramente, ch’io dico in ordine alle vocali, giacché