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(1289-1290) pensieri 65

della loro grammatica, e ciò per la detta ragione. Anzi molte lingue orientali, per esempio l’ebraica (e credo generalmente quasi tutte), abbondano di vocali piú che le nostre. La lingua ebraica ha quattordici differenze di vocali, nessuna delle quali è dittongo. Questa è la prima conseguenza ed effetto della imperfezione di detta scrittura sulla favella e sull’indole delle lingue che adoperavano detta scrittura.

Altro notabile e inevitabile effetto si è la confusione de’ significati, delle origini, delle proprietà ec. delle voci scritte senza le vocali, nel qual proposito vedi quello che ho detto p. 1283, fine-84, principio. A tutti è noto quante parole della scrittura ebraica di diversissimo significato e, secondo che si stima, di diversissima origine e radice, o che sono esse medesime radici differentissime, scritte senza vocali, sono perfettamente uguali fra loro, né si possono distinguere se non dal senso. Immaginate voi quanta confusione ciò debba aver prodotto e produrre, quanti equivoci, quanti dubbi, quante parole che si credono bene spiegate e ben distinte coi punti vocali introdotti posteriormente, debbano in realtà aver significato tutt’altra cosa ed avere avuto nella pronunzia tutt’altre vocali. Onde nel  (1290) testo ebraico l’ermeneutica trova bivi e trivi e quadrivi a ogni passo; e nella semplice interpretazione letterale gli stessi odierni giudei, gli stessi antichi dottori della nazione andarono e vanno le mille miglia lontani l’uno dall’altro. Vedete quanti danni recati alla conservazione dell’antica lingua e alla cognizione delle forme, del senso ec. delle antiche parole, dalla maniera di scrivere che abbiam detto.

Ciò non basta. Avendo gli orientali scritto per sí lungo tempo senza vocali, ne deve seguire che la vera antichissima pronunzia delle loro voci e lingue, in ordine ai suoni vocali, cioè alla parte primaria e sostanziale della pronunzia, sia in grandissima parte perduta. La qual naturale opinione si conferma dal vedere