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66 pensieri (1290-1291-1292)

che molte, anzi quasi tutte le voci o i nomi propri ebraici passati anticamente ad altre lingue, si pronunziarono e si pronunziano in ordine alle vocali, tutt’altrimenti da quello che si leggono nella scrittura ebrea masoretica, cioè fornita de’ punti vocali, inventati, secondo i migliori critici, in bassissima età, come gli accenti e gli spiriti che furono aggiunti in bassi secoli alla scrittura greca (Morens conchiude sulla fede del Calmet, del Prideaux, del Vossio e degli altri piú dotti, che detta invenzione fu verso il nono secolo e che per l’avanti nella scrittura ebrea non v’era segno alcuno di vocali). E notate primieramente, ch’io dico in ordine alle vocali, giacché  (1291) quanto alle consonanti la scrittura e la pronunzia delle parole e nomi ebraici in altre lingue concorda generalmente con quella della Bibbia masoretica: il che serve di prova al mio discorso, mostrando che detta diversità di pronunzia nelle vocali non deriva da corruzione sofferta da dette parole o nomi nel passare ad altre lingue, ma dal differire effettivamente la pronunzia masoretica, cioè la moderna pronunzia ebraica, dalla pronunzia antica rispetto alle vocali; e che tal differenza si deve attribuire alla imperfezione dell’antica scrittura ebraica senza vocali ec. Secondariamente notate che trattasi per lo piú di nomi propri, i quali nel passare ad altre lingue sogliono naturalmente conservare la loro forma e pronunzia nazionale, meglio che qualunque altro genere di voci (7 luglio 1821).


*    L’aspetto dell’uomo allegro e pieno o commosso anche mediocremente da qualche buona fortuna, da qualche vantaggio, da qualche piacere ricevuto ec., è per lo piú molestissimo, non solo alle persone afflitte o pur malinconiche o poco inclinate alla letizia per atto o  (1292) per abito, ma anche alle persone d’animo indifferentemente disposto e non danneggiate punto, né soverchiate ec. da quella prosperità. Questo ci ac-