Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1285

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[p. 61 modifica] traslatando nella carta le parole che la mente gli suggerisce, scrive sotto la sua propria dettatura. Quanto dunque dové tardare prima di perfezionarsi nel rappresentare con segni ciascun suono che concepiva! E gl’infiniti errori prodotti dalla necessaria imperizia de’ primi scrittori dovettero perpetuarsi in gran parte nelle scritture e confondere e guastare non poche parole, le loro forme, i loro significati ec. (e ricordiamoci che le lingue antiche ci sono pervenute per mezzo della sola scrittura). Lascio il noto costume antico di scrivere tutte le parole a distesa senza né intervalli né distinzioni, punteggiature (di cui l’ebraico manca quasi affatto) ec. Il che ognun vede quante confusioni e sbagli dovesse produrre. Cosí dite degli altri inconvenienti della paleografia, gli effetti de’ quali nelle lingue cólte ec. furono maggiori che non si pensa. Lo vediamo anche nei codici scritti in tempi dove l’arte della scrittura era già di gran lunga completa. Vediamo, dico, quanti errori, quante [p. 62 modifica]sviste perpetuate in un’opera ec. dove suda la critica, e molte volte non arriva a correggerle, e molte altre neppur se n’accorge ec. ec. Vedi p. 1318. Da tutte le quali cose apparisce che le lingue primitive dalla sola applicazione alla semplice scrittura, senza ancor punto di letteratura, dovettero inevitabilmente ricevere una somma alterazione e sfigurazione e travisamento.


    Incorporiamo queste osservazioni coi fatti. Pare che le lingue orientali fossero le prime del mondo. Certo è che gli alfabeti occidentali vennero dall’oriente, e quindi orientali furono i primi alfabeti e orientale dovette essere il primo inventore dell’alfabeto. Ora gli alfabeti orientali mancano originariamente de’ segni delle vocali. Questo pare strano. Nell’analisi de’ suoni articolati pare a noi che le vocali, come elementi in realtà principali, debbano essere i primi e piú facili a trovarsi. Molti critici vogliono forzatamente ritrovar le vocali ne’ primitivi alfabeti d’oriente. Ma consideriamo la cosa da filosofi e vediamo quanto il giudizio nostro,