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62 | pensieri | (1285-1286) |
sviste perpetuate in un’opera ec. dove suda la critica, e molte volte non arriva a correggerle, e molte altre neppur se n’accorge ec. ec. Vedi p. 1318. Da tutte le quali cose apparisce che le lingue primitive dalla sola applicazione alla semplice scrittura, senza ancor punto di letteratura, dovettero inevitabilmente ricevere una somma alterazione e sfigurazione e travisamento.
Incorporiamo queste osservazioni coi fatti. Pare che le lingue orientali fossero le prime del mondo. Certo è che gli alfabeti occidentali vennero dall’oriente, e quindi orientali furono i primi alfabeti e orientale dovette essere il primo inventore dell’alfabeto. Ora gli alfabeti orientali mancano originariamente de’ segni delle vocali. Questo pare strano. Nell’analisi de’ suoni articolati pare a noi che le vocali, come elementi in realtà principali, debbano essere i primi e piú facili a trovarsi. Molti critici vogliono forzatamente ritrovar le vocali ne’ primitivi alfabeti d’oriente. Ma consideriamo la cosa da filosofi e vediamo quanto il giudizio nostro, (1286) che siamo sí avvezzi e pratici dell’analisi de’ suoni articolati, fatta e perfetta da sí lungo tempo, differisca dal giudizio del primo o dei primi, che senza alcuna guida e soccorso concepirono questa sottilissima e astrusissima operazione.
Benché le vocali sieno i primi suoni che l’uomo pronunzia (anzi pure la bestia) e il fondamento di tutta e di tutte le favelle, certo è per altro, chi le considera acutamente, ch’elle sono suoni piú sottili, dirò cosí piú spirituali, piú difficili a separarsi dal resto de’ suoni, di quello che sieno le consonanti. Noi chiamiamo cosí queste ultime, perch’elle non si reggono da se ed hanno bisogno delle vocali, ed i greci le chiamavano similmente σύμφωνοι, quasi convocali. Questo ci par che dovesse menare per mano al ritrovamento immediato de’ suoni vocali, nella ricerca de’ suoni elementari; e questo per lo contrario fu quello che impedí e dovette naturalmente impedire la