Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1286
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che siamo sí avvezzi e pratici dell’analisi de’ suoni articolati, fatta e perfetta da sí lungo tempo, differisca dal giudizio del primo o dei primi, che senza alcuna guida e soccorso concepirono questa sottilissima e astrusissima operazione.
Benché le vocali sieno i primi suoni che l’uomo pronunzia (anzi pure la bestia) e il fondamento di tutta e di tutte le favelle, certo è per altro, chi le considera acutamente, ch’elle sono suoni piú sottili, dirò cosí piú spirituali, piú difficili a separarsi dal resto de’ suoni, di quello che sieno le consonanti. Noi chiamiamo cosí queste ultime, perch’elle non si reggono da se ed hanno bisogno delle vocali, ed i greci le chiamavano similmente σύμφωνοι, quasi convocali. Questo ci par che dovesse menare per mano al ritrovamento immediato de’ suoni vocali, nella ricerca de’ suoni elementari; e questo per lo contrario fu quello che impedí e dovette naturalmente impedire la prima analisi della favella, di arrivare sino a questo punto. Le vocali furono considerate come suoni inseparabili dagli altri suoni articolati; come suoni quasi inarticolati; come parti inesprimibili della favella, parti sfuggevoli e incapaci d’esser fissate nella scrittura e rappresentate separatamente col loro segno individuale. Insomma, l’analisi degli elementi delle parole, la decomposizione della voce umana articolata non arrivò fino a questi sottili elementi, cioè fino alle vocali, e non si conobbe che i suoni vocali fossero elementari e