Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
(1116-1117) | pensieri | 417 |
nuovamente da’ participi nelle lingue figlie della latina non hanno ordinariamente se non la forza del positivo latino. Vedi p. 2022.
Questa facoltà de’ continuativi è una delle bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina, diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad esprimere con precisione le minute differenze delle cose e traeva dal suo fondo tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe e senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua ricchezza e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi, formandoli da’ verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati, che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto spesseggiare e pazzeggiare, passeggiare ec., punteggiare, da punto o da pungere ec.; ora la sola diminutiva, come tagliuzzare, sminuzzolare, albeggiare (1117) (formato però non da altro verbo, ma da nome, come altri pure de’ precedenti, che cosí pure usa felicemente l’italiano): vedi in questo proposito p. 1240-'42' e nota che i verbi in eggiare par che almeno talvolta abbiano un valore effettivamente continuativo, come fronteggiare, scarseggiare e molti, ma molti altri, e in diversi sensi continui, ben distinguibili dal frequente e dal diminutivo; biancheggiare, rosseggiare, neutri ec.; arsicciare (siccome in latino ustulare, che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi); ora l’una e l’altra insieme, al modo de’ verbi latini in itare, come canticchiare, canterellare, formicolare ec. (vedi il Monti a questa voce e alla voce frequentativo). E di altre tali formazioni di verbi e d’altre voci; formazioni arditissime, utilissime a significare le differenze delle cose e