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(3955-3956) | pensieri | 327 |
basso e nelle lingue figlie i derivati e di questo e d’altri molti generi e sorte di significati ec., vedi p. 4006 ec., che avendo un senso positivo, e corrispondente a quello del positivo da cui hanno origine, sono però fatti da un diminutivo (usitato o no, ed anche semplicemente supposto) di esso positivo, sia ch’esso diminutivo abbia un uso positivato o no ec. e che tali voci derivino dal latino o no ec.1 Forse la ragione di tali derivativi che in senso positivo sono formati da’ diminutivi, si è che essi e fors’anche i diminutivi da cui derivano, hanno un senso frequentativo o cosa simile.2 Infatti la diminuzione in senso di frequentazione assolutamente e unicamente, ovvero in compagnia di questo senso, è comunissima nel latino, nell’italiano ec., come altrove in piú luoghi. E molti assoluti frequentativi (verbi o nomi ec). non sono che per la forma diminutiva che hanno, e questa si è la sola che in essi indica la frequenza ec. sia che i positivi di senso o di forma o d’ambedue ec. si trovino ed usino o no, neanche vi possano essere, come spesso accade in italiano, ec.; per esempio balbettare non ha né potrebbe (3956) avere balbare, al quale però equivarrebbe ec. (8 decembre, festa dell’immacolata Concezione di Maria, 1823).
* Dico altrove che i verbali in us us derivano da’ supini, ec. Osservisi il supino in u. Questo non sembra esser altro che l’ablativo del verbale in us us. Di modo che io credo che il supino in um altresí originariamente non sia altro che l’accusativo singolare del verbale rispettivo in us us, usitato o inusitato che sia, poiché il supino in u non è altro che l’ablativo di quello in um, e che il supino in u sembra