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362 pensieri (3991-3992)

intorno a testa ec. confermano le presenti. Da teschio ben si può argomentare a testa e viceversa, essendosi già dimostrato con tanti esempi l’uso de’ diminutivi in vece e nel senso appunto de’ positivi in latino e nelle lingue moderne. Teschio o testulum dovette forse essere in principio un mero diminutivo positivato, cioè significare il medesimo che testa, preso o per capo o per cranio particolarmente ec. Del resto, circa questa voce, vedi il glossario, i francesi e spagnuoli ec. (17 decembre 1823).


*    Alla p. 3984, fine. I francesi hanno anche de’ diminutivi o frequentativi in il ille iller ec. (come grappiller pétiller ec. ec), come gli spagnuoli e come i latini catillus, pusillus, pocillum, conscribillo, sorbillo, cantillo ec. ec. (17 decembre 1823).


*    Alla p. 3965, margine. È da notare che molto piú antichi di Empedocle, Ippocrate ec. furono Saffo ed altri, massime poeti, famosi, i quali scrissero ne’ dialetti natii diversi dall’ionico. Mostra dunque che non Omero, ma la preponderante civiltà, coltura (della quale ne dan chiaro segno e le cose e lo stile e lingua delle odi di Anacreonte, molto, se non altro, piú giovane di Saffo), commercio, ricchezza, lusso, mollezza ec., e quindi arti, mestieri, scienze, belle arti (vedi p. 3995), letteratura ec. degli ionii rendesse comune il loro dialetto, e ciò molto dopo Omero, ed essendo  (3992) già sparsa la letteratura per la Grecia, e varia di dialetti, ed altri dialetti applicati propriamente e per se stessi (non confusamente cogli altri, come in Omero) alla letteratura, almeno alla poesia. Erodoto fu circa contemporaneo d’Ippocrate. Simonide, contemporaneo all’incirca di Anacreonte, dice il Fabricio, che scrisse in dorico. Si veggano i suoi frammenti, e piú vi si troverà dell’ionico che del dorico; in particolare poi i suoi giambi ed alcuni altri frammenti sono al tutto o ionici o co-