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10 pensieri (2815-2816)

fratelli e col suo semplice cubo, non ha del proprio né il preterito perfetto né i tempi che da questo si formano, né il participio in us, né il supino, ma li toglie in prestito da accumbere, recumbere, incumbere ec., facendo né piú né meno come fan questi, accubui, accubitus i, accubitum ec. Vedi però la p. 3570, 3715-7. Incubare ha anche incubavi, incubatum. Cubare ha anche cubavi o certo cubasse. Notate che se talvolta troverete ne’ lessici o ne’ grammatici ec. degli esempii di accubare, incubare ec. adoperati nel preterito o nel supino ec. che non vi paiano di senso continuativo, dovete credere ch’essi sieno male attribuiti a quei verbi, e spettino ad incumbere, accumbere, occumbere ec. Vedi p. 2996. Vedi a questo proposito p. 2930, 2935. Forse a questo discorso appartengono eziandio suspicor o suspico ed auspico o auspicor, da specio, seppur quello non viene piuttosto da suspicio onis, e questo da auspicium o da auspex auspicis. Forse ancora, qua si dee riferire plico da plecto, de’ quali verbi mi pare aver ragionato altrove in altro modo. Da plecto-plexus si fanno anche i continuativi amplexor o complexo. E notare che si trova anche amplector aris in luogo di amplector eris, il che per altra parte confermerebbe che plecto is fosse in continuativo anomalo di plico, come mi pare aver detto altrove. Vedi p. 2903 (24 giugno, dì del Battista, 1823). Vedi p. 2996.


*    Sono molti verbi formati da’ participii in us i quali non esprimono azione continuata, né costume di fare quella tale azione, o non l’esprimono sempre, e nondimeno anch’essi, ed anche in questo caso, sono veri continuativi, e il Forcellini e gli altri che li chiamano frequentativi sbagliano ed usano una voce impropria, parlando  (2816) con tutto rigore ed esattezza. Per esempio, iactare nel luogo dell’Eneide, II, 459, ed exceptare nelle Georgiche, III, 274, sopra i