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120 pensieri (2990-2991-2992)

o di due lingue di classi diverse, o delle lingue di due classi (come settentrionale e meridionale), si troverà sempre fra i caratteri e i geni delle medesime lingue o classi, purch’elle sieno perfette e ben corrispondenti all’indole della nazione, il che sempre accade quando una lingua è perfettamente sviluppata, e senza di che non può essere che una lingua, ancorché  (2991) cólta, abbia perfettamente sviluppato, o conservi, il suo vero, conveniente, naturale e proprio carattere (19 luglio 1823).


*    Alla p. 2974. Intorno a questo verbo urito, e al verbo quaerito, di cui diffusamente altrove, e ad altri simili, è da discorrere come segue.1 Gli antichi latini dissero frequentissimamente s per r. Veggasi il Forcellini in S ed R e in Quaeso. Quindi, dicendo essi uso per uro, dissero eziandio ussi per uri, preterito perfetto (raddoppiando la s dopo vocale lunga, del qual uso vedi Quintiliano, ap. Forcellini in S), ed usitum per uritum che sarebbe stato il vero supino di uro. O quando anche non iscambiassero la s e la r nelle altre voci di uro, le scambiarono certo nel perfetto, nel supino e nel participio in us, per modo che mancando il perfetto, il supino e il participio regolare, non restò in uso se non il detto ussi ed usitus e usitum, contratto però questo in ustus e ustum, come positus-postus e come quaestus us e chiesto quisto ec. da quaesitus (del che vedi la pag. 2894-5).  (2992) Similmente da haereo, haurio, sia che dicessero anticamente, haeseo, hausio, o sia come si voglia, certo è che in luogo dei regolari haeri o haerui, haeritum haeritus, hauri o haurii o haurivi, hauritum, hauritus, fecero haesi, hausi hausitum, hausitus, che oggi rimangono in luogo di quelli, contratto però hausi-

  1. Puoi vedere la p. 3060-1 e le note grammaticali del Mai a Cic., de Rep. I, 5, p. 18.