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ingenito sviluppatosi in séguito, o per malattia qualunque naturalmente sopravvenuta; sommando, dico, e raccogliendo tutti questi individui insieme, si vedrà a colpo d’occhio e senza molta riflessione che il loro numero nel solo genere umano, anzi nella sola parte civile di esso, avanza di gran lunga non solamente quello che trovasi in qualsivoglia altro intero genere d’animali, non solamente eziandio quello che veggiamo in ciascheduna specie degli animali domestici, che pur sono corrotti e mutati dalla naturale condizione e vita e da noi in mille guise travagliati e malmenati, ma tutto insieme il numero degl’individui difettosi e mostruosi che noi veggiamo in tutte le specie di animali che ci si offrono giornalmente alla vista prese e considerate insieme. La qual verità è cosí manifesta, che niuno, io credo, purché vi pensi un solo momento e raccolga le sue reminiscenze, la potrà contrastare. Simile differenza si troverà in questo particolare fra le nazioni civili e le selvagge, e proporzionatamente fra le piú civili e le meno, secondo un’esatta scala, come tra’ francesi, italiani tedeschi, spagnuoli ec.  (3060) Quali conseguenze si tirino da queste osservazioni è cosí facile il vederlo, come esse conseguenze sono evidentissime ed hanno quella maggior certezza che possa avere una proposizione dimostrata matematicamente e dedotta matematicamente da un’altra di cui non si possa dubitare (28 luglio 1823).


*    Porgo per porrigo is, sincope usata dagli antichi latini e volgare tra noi. Vedi Forcellini in Porgo e massime il luogo di Festo (28 luglio 1823).


*    Alla p. 2842, principio. Defectus a um sembra avere il significato neutro di is qui defecit in parecchi luoghi, de’ quali vedi Forcellini, in defectus a um, e il Fedro di Desbillons, Manheim, 1786, p. LVII, ad lib. I, fab. 21, vers. 3. Quietus a um da quiesco. Vedi in par-

Leopardi. ― Pensieri, V. 11