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(2022-2023-2024) pensieri 13

nuativi, i quali oggi non sono in questo caso, non vi sono per le ragioni che dirò in séguito, non già per la loro natura e forma, la quale originariamente e propriamente è la stessa che quella dei continuativi manifesti anche oggi e durati sempre nell’uso de’ buoni latini come continuativi (31 ottobre 1821). Vedi p. 2118, fine e 2187, fine.


*    Alla p. 1116. margine - fine. Del resto o che quei verbi ch’io chiamo continuativi si chiamino cosí o si chiamino frequentativi come gli altri fanno, bisognerà sempre  (2023) allo stesso modo rendere ragione del perché si trovino adoperati in luogo de’ positivi, cosí che questo non fa maggiormente contro di me, di quello che faccia contro tutti quei grammatici che li chiamano frequentativi. Anzi è piú duro e piú lontano il passaggio dal significato frequentativo al positivo, che dal continuativo al medesimo positivo, poiché la differenza fra i due primi significati è chiara, notabile, facile a sentire e comprendere, e marcata; laddove quella fra il significato continuativo e il positivo è spesso, anzi quasi sempre, sottilissima e sfuggevolissima e metafisica, come altrove ho notato, e perciò facile a esser trascurata, siccome impossibile a esser sentita da chi non ha lungo uso e perfetto gusto di latinità (31 ottobre 1821).


*    Alla p. 1109. Di questi tali verbi di forma continuativa, propri delle lingue moderne,  (2024) quelli che non hanno oggi alcun significato distintamente continuativo o che s’usano indifferentemente come i positivi da cui derivano o restano in luogo di questi già estinti, potranno credersi introdotti nelle nostre lingue ne’ bassi tempi o ne’bassi tempi trasportati dal significato continuativo al positivo o a qualunque altro, o sostituiti interamente ai positivi loro. Quelli però (e son parecchi) che hanno nelle stesse nostre lingue un