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(1271-1272) pensieri 49

menzionato, cioè di quegli altri popoli. Cosí che, eccetto quella prima nazione dove fu ritrovato l’alfabeto, in qualunque modo ciò fosse, tutte le altre o tutte quelle che immediatamente o mediatamente lo ricevettero da lei scrissero con alfabeto forestiero. Ed essendo infinita in tante nazioni la varietà de’ suoni ec. ec., vedete che immense alterazioni dové ricevere ciascuna lingua nell’essere applicata a un solo alfabeto, per lei piú o meno e bene spesso estremamente forestiero. Vedi p. 2012, 2619.

A tutte le sopraddette cose aggiungete le alterazioni molto maggiori che ricevettero le lingue sottoprimitive nel suddividersi e risuddividersi secondo le vicende infinite delle nazioni e del genere umano; aggiungete le alterazioni che ricevettero e quelle e queste lingue a poco a poco, non solo col corso de’ secoli e indipendentemente ancora da ogni altra circostanza, ma coll’esser finalmente ridotte piú o meno a lingue grammaticali, col raddolcimento delle parole prodotto e dalla civiltà crescente e dai letterati secondo i diversi genii degli orecchi nazionali ec., coll’essere applicate non piú solamente alla scrittura, ma alla letteratura, della cui estrema influenza sul modificare e formare le lingue che accade ora ripetere quello che s’é tante volte ripetuto? Bensí osservo che le lingue antiche non ci sono pervenute se non per mezzo, non già della semplice scrittura, ma della letteratura. Delle alterazioni che le parole soffrono nel significato vedi p. 1505, fine e 1501-2.  (1272)

E dopo tutto ciò non vi farà maraviglia se tanto deve stentarsi e se bene spesso è impossibile a riconoscere nelle diversissime e quasi innumerevoli lingue del mondo l’unità dell’origine; e se la lingua o le lingue assolutamente primitive, o piuttosto quella o quelle prime poverissime e rozzissime nomenclature, che furono la base delle lingue tutte e che formano ancora le radici delle loro parole, annegate nelle de-