Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1272
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E dopo tutto ciò non vi farà maraviglia se tanto deve stentarsi e se bene spesso è impossibile a riconoscere nelle diversissime e quasi innumerevoli lingue del mondo l’unità dell’origine; e se la lingua o le lingue assolutamente primitive, o piuttosto quella o quelle prime poverissime e rozzissime nomenclature, che furono la base delle lingue tutte e che formano ancora le radici delle loro parole, annegate nelle derivazioni, derivazioni, inflessioni, composizioni diversissime secondo i casuali accidenti delle formazioni delle lingue, i caratteri, i genii, i climi, le letterature che formarono esse lingue, le opinioni, i costumi, le circostanze diversissime della vita che v’influirono, le cognizioni, le disposizioni della terra, del cielo ec. ec. e modificate e svisate secondo le differenze degli organi nelle diverse nazioni, secondo l’ignoranza de’ parlatori primitivi, la corruzione che inevitabilmente soffrono le parole anche nelle lingue le piú stabilite e perfette; non vi maraviglierete, dico, se tali primitive radici, benché comuni a tutte le lingue, si nascondono per la piú parte agli occhi degli osservatori piú fini, fanno disperare l’etimologista e considerare come un frivolo sogno l’investigazione delle origini delle lingue e lo studio delle etimologie e dell’analogia delle parole di tutte le favelle (intrapresa però a svolgere da parecchi ed ultimamente, secondo che odo, da non so qual francese); insomma la primitiva unità di origine e analogia di tutte le lingue. (Riferite tutte queste osservazioni a quello che altrove ho detto della necessaria varietà delle lingue e vicendevolmente riferite quei pensieri a questi).