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198 | pensieri | (1501-1502-1503) |
che la differenza con cui si esprimono le dette tre lingue in questo o quel caso nasce dalla differenza del sinonimo latino che hanno conservato o da principio adottato. Gl’italiani e i francesi per significare il bello usano una parola derivata dalla latina bellus, gli spagnuoli una derivata dalla latina formosus. Gli spagnuoli e gl’italiani (1502) dicono moglie dal latino mulier, i francesi femme da femina. Similmente differiscono nel numero. Altra ha conservato o adottato piú sinonimi latini, altra meno. Relativamente a questo la lingua francese tiene la estremità del meno, la spagnuola il mezzo, l’italiana il piú, tanto per la sua circostanza nazionale, quanto pel moltissimo ch’ella ha seguíto ad attingere dalle fonti latine appena divenuta letterata. E troveremo spessissimo che, poniamo caso, di cinque o sei parole latine divenute sinonime col tempo, l’italiana le avrà conservate e le userà anche volgarmente o tutte o quasi tutte, gli spagnuoli, e, massime, i francesi appena una. Certo è raro che si possano trovar nella lingua francese due parole latine perfettamente sinonime o fino ab antico o almeno nel loro presente uso. Piuttosto avranno parecchie parole prese d’altronde, che sieno sinonime di altre latine da loro pur conservate.
Queste considerazioni ci menano alla conseguenza del quanto ragionevole e giusto sia per la nostra lingua il seguire ad arricchirsi alle fonti latine. Le lingue madri non denno mai stimarsi chiuse alle figlie: noi abbiamo (1503) delle lingue sorelle che possono pure attingere a una stessa fonte con noi, ma la nostra lingua assai piú delle altre due. La nostra lingua, com’è naturale a quella ch’è parlata dalla stessa nazion latina e che fu poi modellata da’ suoi formatori sulla di lei madre, tiene assai piú che le altre sorelle sí dell’indole e delle forme, sí del suono stesso e della figura esterna delle parole latine, del significato, della pronunzia stessa del latino ec., sí dell’an-