Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— xliv — |
|||
tino Fortunato: il quale per virtù d’una gatta acquista un potente regno |||
a pag. 199
Fav. II. |||
Xenofonte notaio fa testamento, e lascia a Bertuccio suo figliuolo ducati trecento: di quai cento ne spende in un corpo morto, e ducento nella redenzione di Tarquinia, figliuola di Crisippo, re di Novara: la quale infine prende per mogllie |||
» 204
Fav. III. |||
Don Pomporio monaco viene accusato all’abbate del suo disordinato mangiare: ed egli con una favola mordendo l’abbate, dalla querela si salva |||
» 212
Fav. IV. |||
Un buffone con una burla inganna un gentil’uomo; egli per questo è messo in prigione, e con un’altra burla è liberato dallo carcere |||
» 216
Fav. V. |||
Frate Bigoccio s’innamora di Gliceria, e vestito da laico fraudolentemente la prende per moglie; e ingravidata, l’abbandona, e ritorna al monasterio. Il che presentito dal guardiano, la marita |||
» 220
NOTTE DUODECIMA
Fav. I. |||
Florio, geloso della propria moglie, astutamente vien ingannato da lei; e risanato da tanta infermità, lietamente con la moglie vive |||
» 226
Fav. II. |||
Un pazzo, il quale aveva copia d’una leggiadra e bellissima donna, finalmente riportò premio dal marito di lei |||
» 231
Fav. III. |||
Federico da Pozzuolo, che intenderà il linguaggio de gli animali, astretto dalla moglie dirle un secreto, quella stranamente batte |||
» 234