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que dimostra il violone, il quale la donna, per sonare e dar trastullo ad altrui, mette tra l’una coscia e l’altra; e preso il plettro con la destra mano, quello mena su e giù, onde ne uscisse un dolce suono, che d’amore fa tutti languire. Rimasero tutti paghi e contenti della ingeniosa interpretazione del sottile enimma, e le dierono il vanto. Ma acciò che non si perdesse tempo, la Signora comandò a Fiordiana, che una piacevole e amorosa favola cominciasse, usando però quella brevità, che le altre fin’ora usato hanno. Ed ella con voce tra’ denti non ritenuta, in tal modo disse.
FAVOLA III.
Gli uomini savi e aveduti deono tener le loro mogli sotto timore, nè patire ch’elle li pongano le brache in capo, perciò che, altrimenti facendo, alla fine si troveranno pentiti.
Federico da Pozzuolo, giovane discreto, cavalcando un giorno verso Napoli sopra una cavalla che per aventura era pregnante, menava la sua moglie in groppa, la quale parimente era gravida. Il polledrino, seguitando la madre dalla lunga, cominciò a nitrire; e in suo linguaggio dicea: Madre, camina piano, perchè essendo io tenerino, e solamente di un anno, non posso correndo seguitare i tuoi vestigi. La cavalla stese le orecchie, e soffiando con le nari fortemente, cominciò a nitrire; e rispondendogli diceva: Io porto la patrona, che è gravida, e anche io ho nel