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340 | annotazioni. |
Pag. 252, lin. 33. — per salvarsi. Gl’incontinenti adunque. Così corresse il Dolce nell’edizione del 1559; le edizioni anteriori hanno per salvarsi. Incontinente adunque, tranne l’Aldina del 1545, che ha per salvarsi incontinente. Adunque.
Pag. 254, lin. 22. — delle cupidità. Non male le Aldine degli anni 1541 e 1547, della cupidità.
Pag. 255, lin. 11. — renitente. Con manifesto errore le Aldine del 1541 e del 1547, retinente.
Pag. 255, lin. 19. — modificati. Non è da sprezzare la lezione delle Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547, mondificati.
Pag. 256, lin. 25. — Lo stesso giudizio porta Cicerone in varii luoghi, e particolarmente nel cap. xxxv del lib. I De Republica. Al regio tuttavia antepone il governo composto e temperato dei tre, regio, degli ottimati e popolare: Quartum quoddam genus reipublicae maxime probandum esse sentio, quod est ex his, quae prima dixi, moderatum et permixtum tribus. De Rep. 1, xxix. Simile opinione, solo forse fra gli scrittori del secolo XVI, espone il nostro autore sotto la persona di Ottaviano Fregoso nel cap. 51 del presente libro.
Pag. 259, lin. 2. — dal supremo principe. Meno bene le due prime Aldine e quella del 1545, da supremo principe.
Pag. 259. lin. 18, 19. — ed è protettor non di que’ principi che vogliono imitarlo col mostrare gran potenza. Preferiamo questa lezione delle Aldine degli anni 1541 e 1547, a quella delle altre Aldine, che meno corrisponde al contesto, ed è protettor di que’ principi che vogliono imitarlo non col mostrare gran potenza.
Pag. 261, lin. 5. — spargono. Meno bene, a parer nostro, spargano le Aldine del 1538, 1541 e 1547.
Pag. 261, lin. 22. — in tutto a questa. Male le Aldine degli anni 1528, 1533 e 1545, in tutto questa.
Pag. 264, lin. 4, 5. — per conseguirne il fine. Le Aldine degli anni 1541 e 1547, per conseguire il fine.
Pag. 265, lin. ult. — devemo. Così fra le Aldine la sola del 1545: le altre deveno.
Pag. 267, lin. 2. — come di membri. Così le Aldine degli anni 1558, 1541 e 1547; meno bene le altre come de membri.
Pag. 267, lin. 25. A questo passo così nota il Volpi: «Quivi più che in altro luogo spiega l’autore il suo concetto intorno alla Fortuna. Questo passo (che lasciò il Ciccarelli intatto) se si fosse da lui, prima di spurgare il libro, ben avvertito, ne avrebbe lasciati molti altri pure intatti. Vedi la nostra Protesta avanti il Cor-