Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
libro quarto. | 259 |
nare i men savii di sè, di modo però che ’l principal governo
dependa tutto dal supremo principe10. E perchè avete
detto, che più facil cosa è che la mente d’un solo si corrompa
che quella di molti, dico che è ancora più facil cosa trovar
un buono e savio che molti; e buono e savio si deve estimare
che possa esser un re di nobil stirpe, inclinato alle
virtù dal suo natural instinto e dalla famosa memoria dei
suoi antecessori, ed instituito di buoni costami; e se non
sarà d’un’altra specie più che umana, come voi avete detto
di quello delle api, essendo ajutato dagli ammaestramenti e
dalla educazione ed arte del Cortegiano, formato da questi
signori tanto prudente e buono, sarà giustissimo, continentissimo,
temperatissimo, fortissimo e sapientissimo, pien di
liberalità, magnificenza, religione e clemenza; in somma sarà
gloriosissimo, e carissimo agli uomini ed a Dio, per la cui
grazia acquisterà quella virtù eroica, che lo farà eccedere i
termini della umanità, e dir si potrà più presto semideo che
uomo mortale: perchė Dio si diletta, ed è protettor non di
que’ principi che vogliono imitarlo col mostrare gran potenza11
e farsi adorare dagli uomini, ma di quelli che oltre alla potenza
per la quale possono, si sforzano di farsegli simili ancor
con la bontà e sapienza, per la quale vogliano e sappiano
far bene ed esser suoi ministri, distribuendo a salute dei
mortali i beni e i doni che essi da lui ricevono. Però, così
come nel cielo il sole e la luna e le altre stelle mostrano al
mondo, quasi come in specchio, una certa similitudine di
Dio, così in terra molto più simile imagine di Dio son
que’ buon principi che l’amano e reveriscono, e mostrano ai
popoli la splendida luce della sua giustizia, accompagnata da
una ombra di quella ragione ed intelletto divino; e Dio con
questi tali partecipa della onestà, equità, giustizia e bontà
sua, e di quegli altri felici beni ch’io nominar non so, li
quali rapresentano al mondo molto più chiaro testimonio di
divinità che la luce del sole, o il continuo volger del cielo col vario corso delle stelle.
XXIII. Son adunque li popoli da Dio commessi sotto la custodia de’ principi, li quali per questo debbono averne diligente cura, per rendergline ragione, come buoni vicarii al