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330 | annotazioni. |
Pag. 65, lin. 4. — che or saria lungo a dir. Così corresse il Volpi; le edizioni anteriori hanno che lor saria lungo a dir.
Pag. 65, lin. 27. — tener certo. Così scriviamo, colle Aldine degli anni 1538, 1541, 1547; quelle del 1528, 1553, 1545, tener per certo.
Pag. 65, fin. 21. — Il Volpi nota: «Anzi è certissimo per le Divine scritture, fra le quali basti il salmo 150.»
Pag. 65, lin. 4. — tra gli oratori. Le Aldine degli anni 1541 e 1547, tra oratori.
Pag. 67, lin. 7. — anco. Seguiamo la lezione delle Aldine degli anni 1541 e 1547; le altre ancora.
LIBRO SECONDO.
Pag. 75, lin. 22. — È l’Oraziano laudator temporis acti. (De Arte Poetica, v. 173.)
Pag. 76, lin. 25. — Plato in Phœdone, ed. Henr. Stephani, Vol. I, pag. 60, B.
Pag. 76, lin. 28. — precede. Così le Aldine degli anni 1545 e 1547; male le quattro anteriori procede.
Pag. 78, lin. 7. — Forse il Signore alluse a ciò nella parabola della zizania con quelle parole: Sinite utraque crescere usque ad messem. Matth. XIII, 30. Gaetano Volpi.
Pag. 80, lin. 29. — Leggi la prima comedia di Terenzio. Dolce.
Pag. 81, lin. 15. — Comparazione tolta da Cicerone. Dolce.
Pag. 85, lin. 20. — azza. Le Aldine degli anni 1533, 1538, 1541, 1547, acchia; e forse così scrisse l’Autore.
Pag. 84, lin. 6. — barra. Male le Aldine degli anni 1528 e del 1545, bara.
Pag. 88, lin. 57. — Dubito che dir voglia due volte al giorno, come fanno alcuni zerbini d’oggidì; chè a niuno parrà certo soverchio il farsi la barba due volte la settimana. Del resto, è degno di nota, che questa accusa appunto venne a’ suoi tempi fatta da alcuni al Castiglione, come sappiamo dal Giovio, e dopo lui dal Marliani, che si tingesse i capegli, e che sformandosi di parer giovane, andasse pulitamente vestito.
Pag. 90, lin. 23. — Tratto dal Virgiliano:
. . . . . sed cruda Deo viridisque senectus. |