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Non che proprio tutto si debba lasciare come sta. Di fronte al normale Algiere, un Algere XIV 116, 7 si corregge senza difficoltá, e cosí Fiordeligi VIII 88, 7, cosí Dodon XLI 4, 5, Unghiardo XLV 11, 8, Marsiglio XIV 107, 8. Le ragioni sono ovvie: si tratta di distrazioni, di chiunque siano, o del sopravvivere di certe abitudini ortografiche contro ogni volontá dell’Autore, come per ciò che riguarda Marsiglio. In AB il re di Spagna è generalmente chiamato Marsiglio, qualche rara volta Marsilio (XIV (XVI C) 71, 2, XVI (XVIII C) 41, 3). Ora, ciò che prima era eccezionale diventa normale nell’ultima ediz., come si vede da molti luoghi:

Marsiglio AB Marsilio C I 6, 1, XXV 7, 3, XXXIX 74, 1 ecc., e soprattutto dalla circostanza, che quante volte occorreva in rima, tante il passo fu mutato (cfr. XVIII 31, 5, 156, 3 ecc.). E tuttavia, come s’accennava, ancora un Marsiglio da B cade in C. Le intenzioni dell’Ariosto non lascian luogo a dubbio1. Ma dove proprio non si riesce a scoprire un intento chiaro, anzi è certo che il Poeta ondeggiava tra questo e quel suono, perché ritoccare? S’osservi per es. Ingilterra XIX 56, 6, Inghilterra II 25, 7, VI 45, 5 VIII 25, 5, X 72, 8, 75, 6 ecc., Ingleterra IX 16, 4 (anche α), Inghelterra 93, 1 (c. s.), XXVI 31, 7. Il Morali ha sempre corretto Inghilterra.

Nei pochi ritocchi io tengo conto specialmente della circostanza ben nota, che l’Ariosto non passa quasi mai da un’espressione giá «italiana» in B o in α, a quella dialettale. Quando corregge, di norma segue la via opposta. Ad AB è ritornato il Panizzi sostituendo dormeno ad un insolito dormano IX 3, 7. Per spiegare questo dormano si può far l’ipotesi che l’Ariosto nello esemplare di B dato in stamperia abbia corretto dormeno in dormono, che è conforme alle sue abitudini, e la correzione sia stata fraintesa. Per questo ho accolto il ritocco del Ruscelli e del Morali; ma si poteva lasciar come sta, considerando che la lez. di C è condivisa da α.

Le maggiori difficoltá per il critico vertono sulle scempie e le doppie. La ragione della nostra incertezza nasce da questo, che i limiti tra le responsabilitá del Poeta e quelle dei suoi stampa-

  1. È altrettanto sicuro — si vede dalle correzioni e dai versi rifatti — che l’A. rifiutò da ultimo il plur mano. L’unico superstite, mano XLIII 169, 8, è corretto man dal Ruscelli, mani, che sta meglio, da Panizzi e Morali.