Novellette ed esempi morali (Bernardino da Siena)/Amore coniugale
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AMORE CONIUGALE
I.
E’ fu nella città di Verona, poco poco tempo è, elli fu uno bonissimo giovano e savio e dritto, e per certo bene aveva di quel di Dio, el quale prese donna, e non fu di quelli sfrenati; né anco lei non fu figliuola di madre che fusse ruffiana della figliuola: el quale giovano quando fu per menare a casa questa donna, la mattina lui si comunicò e anco fece comunicare lei, e menatasela in casa, fatta la festa e le nozze, la sera andatisene in camera, il marito disse alla sua donna: “Donna mia, elli è stato piacere di Dio che tu sii mia donna, e ch’io sia tuo marito: io voglio che a onore e riverenzia di Dio, noi stiamo un poco in orazione, e che noi preghiamo Iddio che ci dia grazia che noi viviamo sí santamente in questo santo matrimonio, che noi facciamo cosa che gli sia laude e gloria, e infine salute dell’anime nostre. E anco il preghiamo, che se egli è il meglio, che ci dia grazia d’avere figliuoli si fatti, che sempre siano ubidienti a’ comandamenti suoi.” E cosí la donna gli rispuose: “Io so’ contenta di fare tutto il vostro volere, e a onore e gloria di messer Domenedio.” E cosí si missero in orazione alcuna parte della notte, e in questo modo passarono tre dí e tre notti prima che si congiungnessero in matrimonio. E quando venne il tempo di volerlo consumare, ché prima erano dormiti vestiti, andarono a letto e con grandissimi pianti e devozione e timore di Dio il consumaro. Di questi cotali si vorrebbe che ne fusse assai! E per certo io mi credo che se costoro avranno figliuoli, elli saranno accetti a misser Domenedio con loro insieme.
II.
Vuoi tu che la tua donna ti mantenga la fede? — Sí. — Mantiella a lei. So’ molti che desiderano d’avere moglie, e non la possono trovare; sai perché? perché elli dice: — Io voglio una donna tutta savia; — e tu se’ un pazzo. Non va bene; pazzo con pazza sta bene. Come la vuoi fatta questa moglie? — Io la voglio grande, — e tu se’ uno scricciolo. Non va bene. Egli è uno paese che le donne si maritano a canna. E fu una volta che uno di questi cotali che voleva moglie, la voleva vedere; e fu menato a vederla dai fratelli della fanciulla; e fugli mostrata scalza, senza cavelle in capo, e misuratasi la grandezza di questa fanciulla, era grandissima fra l’altre fanciulle, e egli era un cotale piccolino piccolino. Infine gli fu detto: “Bene, piaceti ella?” E egli disse: “Oh, sí bene che ella mi piace!” La fanciulla vedendolo cosí spersonito, disse: “E tu non piaci a me.” Doh, quanto bene gli stette! — A casa.
Come vuoi tu fatta questa tua moglie? — Io la voglio onesta, — e tu se’ disonesto. Anco none sta bene. Oltre: come la vuoi fatta questa tua moglie? — Io la voglio temperata, — e tu non esci mai dalla taverna. Non l’avrai. O come vuoi fatta questa tua moglie? — Io non la voglio golosa, — e tu se’ sempre co’ fegatelli. None sta bene. Come la vuoi fatta? — Vuola fattiva, — e tu se’ un perde il giorno. Come la vuoi? — Vuola pacifica, — e tu gridaresti cor una paglia che ti s’intraversasse a’ piei. Come la vuoi? — Io la voglio ubbidiente, — e tu non ubbidisci mai né a padre, né a madre, né a persona: non la meriti. Come la vuoi fatta? — Io la voglio che non sia gallo, — e tu non sei gallina. Come la vuoi? — Io la voglio buona, bella, savia, acostumata con ogni virtú. — Rispondoti: che se tu la vuoi cosí fatta, cosí fatto si conviene che tu sia tu: che come tu la vai cercando virtuosa, bella e buona, cosí pensa che ella il vuole lei, savio, discreto, buono, e con ogni virtú.
III.
E però ti dico che è meglio di pigliar moglie, poi che tu non ti puoi o non ti sai astenere da la carne; e poi che l’hai, fa’ che tu viva come díe fare ogni fedel cristiano. Sai chi ’l sa? Sallo colui che l’ha, e buona massaia, la quale sempre procura a tutta la casa. Ella ha cura al granaio; ella il tiene netto, che non vi possa andare niuna bruttura. Ella conserva i coppi dell’olio, ponendo mente: — Questo è da lograre, e questo è da serbare. — Ella il governa, sí che non vi possa cadere nulla su, e che non v’entri né cane né altra bestia. Ella pon mente in ogni modo che ella sa, o può, che eglino non si versino. Ella governa la carne insalata, sí al salarla, e sí poi al conservarla. Ella la spazza e procura: — questa è da vèndare, questa è da serbare. — Ella fa filare, e fa poi fare la tela del pannolino. Ella vende la sembola, e de’ denari riscuote la tela. Ella pone mente alle botti del vino; se ella vi trova rotte le cerchia, o se elle versano in niuno luogo. Ella procura a tutta la casa. Non fa cosí la fantesca, sai; che d’ogni cosa che ella tramena, ella ne fura. Ella non procura alle cose come elleno si vadano; che, perché la robba non è sua, non vi dura fadiga volentieri, e non v’ha troppo amore. E se uno si sta, e non ha né moglie né persona che ’l governi, sai come sta la casa? Oh! io tel vo’ dire, perché io il so. Se egli è ricco e ha del grano, le pàssare sel mangiano, e’ topi. Egli nol tiene assettato, ma porrallo isparto per modo che tutta la casa se ne imbratta. Se egli ha l’olio, perché non vi procura, egli si versa; quando si rompono i coppi, e se n’è versato, egli vi pone su un poca di terra, ed è fatto. E ’l vino? Finalmente giógne alla botte, attegne il vino e non pensa piú là: talvolta la botte mostrare dal lato dietro, e il vino se ne va. Simile, romparassi un cerchio o due, e egli il lassa andare; simile, qual vino si fa aceto, e qual si fa cercone. A letto, sai come sta a dormire? Egli dorme in una fossa, e come egli ha messo il lenzuolo nel letto, mai non nel cava se non si rompe. Similmente, ne la sala dove egli mangia, quine in terra so’ búccicheFonte/commento: normalizzo di poponi, ossa, nettatura d’insalata, ogni cosa lassa ine in terra senza mai appena spazzarvi. La tavola sai come sta? Che in tal pònto vi pone su la tovaglia, che mai non se ne leva se non fracida. E’ taglieri li forbe un poco poco; e ’l can li lecca e li lava. E’ pignatti tutti ònti: va’, mira come stanno! Sai come egli vive? Come una bestia. Io dico che non potrebbe mai stare bene a stare solo a quel modo. — Donne, col capo basso. — La donna è quella che sa governare la casa: d’ogni altra cosa si fa beffe; che mai non potresti vivare bene in tal modo come tu vivi.
IV.
Uno mercatante che si parta da casa sua e vassene e lassa la donna e la famiglia, e starà talvolta due anni, e lassa la donna giovana, pârti far bene? Certo, no. Oh, non t’è lecito! La ragione si è, che fu dato l’uno all’altro, perché ellino stessero insieme, mentre che durava la vita all’uno o amenduni. Anco, se stanno separati non ci si può vedere altro che male essemplo: possono stare in fornicazione. Adunque, levate via pure che ’l pensiero non vi sia. Sai che dico a te, donna? Se ’l tuo marito è di fuore, fa’ che tu ti sforzi di farlo tornare: scriveli, mandali imbasciate per sí fatto modo, che tu li facci venir voglia che elli torni: non stare senza lui; e se elli non vuole tornare, va’ dove è lui, sai! Se tu dici: “Oh, e’ non me ne curo!” oh, elli è il mal segno! Tu dimostri di cercare altri. Cosí dico anco di lui, che è da crédare che elli stia anco in adulterio, lui. Adunque, io mi fermo pure che tu sia con lui e lui con teco. Doh, io non dico per otto o per quindici dí, o per uno mese; ma di stare due o tre anni; questa non è ragionevole cosa, e non essendo ragionevole non piace a Dio.
V.
O donna sai tu il paternostro? Sí. Or usalo di dire, imperocché quello è una scala da poter salire infino a vita eterna a contemplarlo; e mai non l’abbandonare, e dillo come lo insegnò Cristo; e se tu no ’l sai, va e imparalo come il dice la Santa Chiesa, e quando il sai, va’ e contemplalo e saglie su tanto quanto tu puoi. E se tu non puoi contemplare tu, fa’ almanco che tu il dica come tu puoi; che Iddio ti farà grazia a te, come a un altro che salga nel contemplare nel grado tuo... Io voglio dire pure questo: ch’io commendo molto la vita mistica. Ècci qui di quelle che servano a Dio nell’una vita e nell’altra, avendo la dilezione ad amare Dio, e anco ad amare il prossimo per l’amor di Dio? Ben fai. Ècci chi abbia lo infermo in casa? — Sí. — Non cognosci tu quanto bene fa il governo suo? Non l’abandonare per venire alla predica. Hai figliuoli? — Sí. — Non gli abandonare di quello che hanno bisogno, per venire alla predica. Hai il marito e’ figliuoli i quali bisogna che sieno governati di quello che bisogna alla famiglia? — Sí. — Fa’, fa’ che non gli lassi per venire alla predica; fa’ che tu prima governi la casa di quelle cose che bisognano, e poi viene alla predica; perché se tu non procurasse di far quelle cose che bisogna per tutta la famiglia, io non lodarci il venir tuo, ché ti conviene misurare quello che tu hai da fare.