Lettere d'una viaggiatrice/Viaggio a Cosmopoli/Battaglia di fiori

Battaglia di fiori

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BATTAGLIA DI FIORI

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Nizza, marzo.....


Un corso di fiori o una battaglia di fiori, a Nizza, si annunzia così: lungo i due marciapiedi della famosa promenade des Anglaìs si distendono delle leggiere palizzate di legno, all’altezza di un metro, a bastoncelli molto radi: sui marciapiedi si collocano delle sedie di paglia, a quattro lire il posto: fra il marciapiede che va lungo il mare e la banchina, si costruiscono delle graziose tribune di legno, dove si pagano dieci lire, i primi posti, cinque lire i secondi: dietro il marciapiede che rasenta i giardini degli alberghi e delle ville, ogni albergatore, ogni privato fa costruire, per proprio conto, delle tribune speciali, per sè, per gli amici, per i [p. 160 modifica]viaggiatori: e, così, vi è posto per tutti. Nella via passeranno due file di carrozze e qualche pedone, poiché le carrozze vanno, andranno al passo: sul marciapiede dietro il leggiero steccato, si metterà, si mette il pubblico a gruppi, a famiglie, a coteries: e sulle tribune chi vuol pagare molto, chi è invitato, chi ha invitato della gente. Alle biciclette innumerevoli, alle numerose, irruenti e puzzolenti automobili, è impedita la circolazione nella promenade ed è tale il rispetto della legge e la buona educazione, qui, che se ne presentò una sola, di biciclette, tutt’adorna di fiori e fu naturalmente respinta e il proprietario ciclista chiese anche scusa del suo ardire. Quando la promenade è così pronta, cominciano a girarvi delle venditrici di fiori, ragazze del popolo, vestite semplicemente e lindamente, con un gran cappello di paglia adorno di nastri vivaci e rialzato, sopra un lato, da fiori freschi: girano dei fiorai, vestiti di lana bianca, con un jersey di lana bianca, anche essi con un cappellone di paglia guarnito di nastri rossi, ma senza fiori freschi, sulla nuca e sulla tempia: i mazzolini per la battaglia si vendono [p. 161 modifica]a due soldi l’uno, a quattro, a sei, a otto soldi, non di più: sono fatti, i più semplici, di viole di Pasqua, di viole bianche, di garofani rossi e gialli, circondati da foglie odorose di malvarosa: i più ricchi son di viole mammole, piccini, grandi, enormi, di queste violette incantatrici che, messe al caldo, al contatto del sole o di una persona, odorano anche più fortemente. Queste fioraie e questi fiorai offrono la loro merce con una perfetta buona grazia, senza strillar troppo, senza insistere troppo, correndo da una vettura all’altra, levando in alto il paniere dei loro fiori, contrattando in un minuto, sperdendosi per ricomparire, carichi ancora di fiori, scivolando fra le carozze, passando da un punto all’altro, come se pattinassero. Una di queste ragazze fioraie, quanto era bellina, bruna, fine, sottile, coi suoi nastri rossi volitanti attorno alla testa, con le mani che levavano il paniere in alto, in un offerta sorridendo: que vous étes jolie, le ha gridato l’amica mia: la fioraia si è messa a ridere, mostrando i suoi denti bianchi e le ha risposto, in italiano. [p. 162 modifica]



Leggiadrissimo spettacolo! Le più semplici carrozze che prendono parte al corso dei fiori hanno due fiamme di fiori, al posto delle lanterne, che non vi sono più; grandi fiamme di giunchiglie bianche, di giunchiglie gialle, di garofani rossi; il timone, fra i due cavalli, ha un grande fiocco di nastri di velo, del colore dei fiori: la testiera dei cavalli, le orecchie dei cavalli sono adornate da diademi, da mazzetti di fiori: la bacchetta del cocchiere, è infiorata. Le più semplici vetture, così: e di queste semplici ve ne sono due o trecento, che vanno, vanno, vengono, ritornano, in una processione floreale, dove la curiosità è sempre rinascente, per vedere quale mai altro fiore, bello, fresco, tenero e vivace, adorni queste carrozze e questi cavalli. Dentro, signore, signorine, giovanotti, sono tutti, in gran parte, vestiti di bianco, con cinture colorate le donne, simili al colore dei fiori, con cravatte simili, gli uomini; con lievissimi cappelli di paglia o di velo, le donne, [p. 163 modifica]nelle tinte identiche ai fiori, col nastro identico alla paglietta, gli uomini: e hanno paniere di fiori per battagliare, sulle ginocchia, in fondo alla carrozza, e le più belle ragazze si seggono sul mantice delle carrozze e i giovanotti sono in piedi, sugli staffoni delle victorie. Ma il trionfo floreale aumenta: ecco delle carrozze che hanno dei mazzi di fiori, delle strisce di fiori, dei pennacchi di fiori, dapertutto, per sino sulle ruote mentre fiocchi di nastri pendono e svolazzano, intorno: ecco delle carrozze letteralmente foderate di fiori, dentro e fuori, ruote coperte, cassa coperta, sportelli coperti, e da esse emergono graziose fanciulle, belle signore, dai cappelli rossi, dai cappelli lilla, dai cappelli bianchi. Una carrozza era tutta verde e rossa, adorna di felci e di quei fiori rossi che si chiamano fiocchi di cardinali, da noi: un’altra coperta di viole bianche: un’altra, tutta fiammeggiante di geranii rosa, di fiori di malvarosa: e venti altre almeno, di ogni colore, di ogni genere di fiori. E, infine, le carrozze simboliche, diciam così, in cui i fiori vogliono rappresentare qualche cosa di gentile, di simpatico: un carrozzino [p. 164 modifica]trasformato in un molino a vento, il molino tutto di margherite bianche e le ali in giunchiglie gialle, con un giovanotto e una signorina, vestiti di bianco e di giallo: una magnifica daumont che rappresentava una fontana di garofani rosei, dove per sino le testiere dei due bei cavalli avevan delle fontanine di garofani rosei e nella carrozza, una bella donna: un carrozzino rappresentante un portebonheur, cioè un enorme medaglione con un quadrifoglio verde, in foglie verdi, fiori candidi e trifogli; una pagoda cinese in camelie rosse e bianche: un carrozzino adorabile che rappresentava una capanna di viole bianche e primole azzurre, tirato da un cavallino bianco con nastri celesti, con due bambine decenni, inglesi, vestite di bianco con nastri celesti, biondissime, quasi albine, rosee, ridenti, una che guidava il cavallino, una che gittava fiori: un cappello del giardiniere, cioè una calèche tutta fiori gialli, con fascia celeste di primole: un breack del principe di Rumania con fiori rosei, gialli, bleu i colori di Nizza, io credo, che formavano panoplie, trofei, bandiere: un aquarium napolitain, che mi è parso [p. 165 modifica]incomprensibile, perchè era una vasca di fiori diversi, con cocchieri e staffieri vestiti alla Masaniello: una campana, cioè una carrozza carica a forma di campana di fiori lilla e gialli; una locomotiva, perfetta, tutti in fiori di diversi colori; una conchiglia, dentro, di fiori candidi, fuori multicolori, e varii altri emblemi floreali, pieni di gusto, pieni di arte, eleganti, ricchissimi. Leggiadrissimo, indimenticabile spettacolo!


È così cortese, la battaglia! Non un monello nella via: non un impertinente, sui marciapiedi, sulle tribune: non un grido soverchio: non uno slancio violento: non un accanimento sospetto. Ma, un volare lieve di mazzolini, dalle carrozze alle tribune, ai marciapiedi, un mazzolino che risponde all’altro, più tosto un ricambio, che una lotta: ma un sorridere prima di slanciare, ed un sorriso di ringraziamento, dopo aver ricevuto la risposta: ma uno scegliere il più bel mazzolino, vedendo un amico e una conoscenza e il gittarglielo con grazia, con destrezza, non [p. 166 modifica]sulla faccia, nelle mani, in grembo: ma il raccoglierne tre o quattro di mazzoline di viole, per gettarli tutti, dolcemente, sopra una persona simpatica, come una pioggia di viole; ma il lasciare per terra i mazzolini già sciupati, già impolverati: ma un continuo e fine volare di fiori che profumavano l’aria, che caricavano le mani le sedie, le cinture, che formavano delle aiuole intorno, gentilissime. Qualche tuba di cocchiere era presa di mira, ma sempre educatamente: e il buon cocchiere allegro, goguenard, rideva della sua tuba ammaccata: qualche uomo grasso, solo, in una carrozza era perseguitato, ma senza contristarlo troppo: dei giovanotti, soli, in phaéton erano feriti più vivamente, ma con perfetta correttezza. E, man mano la battaglia diventava più fervida, più gioconda, le ragazze inglesi eran tutte colorite e mettevan dei piccoli gridi gutturali: le signore francesi ridevano più forte e gli uomini di ogni nazione dedicavano i loro omaggi floreali, alla persona ricercata a lungo e infine ritrovata, con uno di quel flirtages all’aria aperta, fra i fiori, che rende così brillanti gli occhi delle donne e così [p. 167 modifica]conquistatori i mustacchi degli uomini: e l’aria diventava irresistibilmente odorosa: e innanzi alle carrozze premiate, ondeggiava la bandiera di raso a tinte finissime, su cui eran ancora dipinti dei fiori e malgrado l’animazione tutto era così gentile, sempre così gentile, così cortese che pareva, in vero, di vivere in un sogno di grazia e di beltà, in un sogno di fiori e di donne, in un sogno di galanteria e di poesia...