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Gaio Valerio Catullo - Poesie (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1889)
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Aurelio, principe dei pappatutto
    Che son, che furono, che saran mai,

Tu nel dominio che t’affidai
    Vuoi con gli zoccoli ire all’asciutto?

5E corampopulo, quando il fanciullo
    Con aria ingenua ti vien dallato,

A lui cucendoti ruzzi, fai ’l grullo,
    Tenti ogni gretola? Ma sprechi il fiato.

Chè pria che abbindoli bene il piccino,
    10Ti farò, credilo, fare il bocchino.

E se la fregola di tali spassi
    Tu avessi a stomaco satollo, passi;

Ma questo povero fanciullo, ahimè,
    Ridotto al sizio sarà da te.

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15Or dunque smettila, fin c’hai pulita
     La bocca, Aurelio; se no ti tocca

Con altro obbrobrio farla finita,
     Poi ch’io te l’abbia già fatta in bocca.