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trad. da Mario Rapisardi | 25 |
15Or dunque smettila, fin c’hai pulita
La bocca, Aurelio; se no ti tocca
Con altro obbrobrio farla finita,
Poi ch’io te l’abbia già fatta in bocca.
22
Questo Suffeno — che ben hai conosciuto,
O Varo, è assai — gentil, cortese, arguto:
Ma, oimè, scrive — o per dir meglio, fila
Versi: a dir poco, — ormai n’ha diecimila
5Su la coscienza. — Nè già come vien viene
Egli li copia, — oibò; ma in pergamene
Regali, in nuovi — quaderni ei pinge i suoi
Carmi, li avvolge — in nuove assette; e poi
Nastri vermigli, — busta a piombo tirata,
10Ed ogni cosa — spomiciata, lisciata.
Li leggi, ed ecco, — questo cortese e gajo
Suffeno a un tratto — ti si muta in caprajo,
In zappatore, — ti mette proprio orrore:
Tanto ci corre — dall’uomo allo scrittore.