La scienza nuova seconda/Brani soppressi o mutati/Libro secondo/Sezione undecima

Libro secondo - Sezione undecima

../Sezione decima ../Conclusione IncludiIntestazione 3 febbraio 2022 75% Da definire

Libro secondo - Sezione decima Libro secondo - Conclusione

[p. 231 modifica]

SEZIONE UNDECIMA

CAPITOLO PRIMO

1309[744] Dalla Tracia natia..... dovette venir Orfeo, un de’ primi poeti teologi greci. [CMA3] Altrimenti, s’egli è Orfeo della Sitonia, posta nello piú addentrato seno di Ponto, un tanto eroe, che fu fondatore della greca umanitá, vien ad essere uno scellerato traditore della sua patria, il quale scorgette i greci argonauti a farvi la ruba del vello d’oro. Ma il primo Ponto dovett’essere il picciolo stretto di mare detto Bosforo tracio, che poi distese il nome a tutto quel mare.

1310[750]..... che se fusse stato il monte Atlante nell’Affrica, era troppo difficile a credersi [CMA3] che, per banchettare, Giove e gli altri dèi avesser avuto a fare un viaggio, che gli piú disperati mercadanti, per l’audace ingordigia di strarricchire, [appena] arebbono fatto, quando esso Omero, estimando quella degli dèi dalla natura degli uomini, dice che Mercurio, con tutte l’ascelle, difficilissimamente pervenne nell’isola di Calipso.

1311[753*] [CMA*] E qui aggiugniamo che per questi stessi principi di geografia si dimostra:

1312I. — Che Zoroaste caldeo fu battriano, da Battro dapprima posto nel mezzo d’essa Asia verso settentrione.

1313II. — Che com’Ercole in Esperia, Perseo in Mauritania, Bacco nell’India, tutte poste dentro essa Grecia; cosí Tanai scita l’Egitto, e Sesostride egiziano avesse soggiogato la Scizia dentro essa Asia, dove fu il regno dell’Assiria; i quali due Giustino (o Trogo Pompeo, di cui è abbreviatore Giustino) propone per antiprincipi della storia universale, che ci facevan vedere il mondo assai piú antico di quel ch’è. I quali femmo vedere essere due mostri di geografia, sopra, nelle Note alla Tavola cronologica, a proposito di Zoroaste caldeo, narratoci battriano.

1314III. — Che Erodoto, con quell’ignoranza dell’antichitá sue propie la quale gli oppone Tucidide, con cui aveva detto che in Affrica i mori un tempo erano stati bianchi (i quali mori bianchi erano dentro la sua medesima Grecia), con quella stessa ed anco, come dovette, maggiore delle cose straniere, osserva per l’Asia [p. 232 modifica] minore memorie di Sesostride egizio, che l’egizio sacerdote chiama Rampse appo Tacito, e, vaneggiando, dice a Germanico che quel loro re aveva signoreggiato fin [CMA4] nell’Asia minore, nella Libia e nella Bitinia.

1315[CMA3*] IV. — E nella stessa guisa si vince ed atterra quell’altro mostro d’istoria: che Cambise aveva portato la guerra, nella quale morí, a Tearco re d’Etiopia, finor intesa per lo regno degli abissini, posto nel cuore dell’Affrica: ch’arebbe dovuto marciare con un grande esercito o per entro l’Egitto, chiuso naturalmente a tutt’altre nazioni, che per qualunque forza straniera non può perrompersi, e indi per gl’insuperabili monti della Luna calare nell’Etiopia, o per l’arene del regno di Barca, per le quali non vanno le picciole caravane se non provvedute di acqua e con la bussola, e a certi tempi che non vi soffiano venti, da’ quali restin anniegati in quel mare d’arene.

1316[754] [CMA3] Tali princípi di geografia assolutamente possono giustificare Omero di gravissimi errori o sfacciate menzogne che gli s’imputano in sí fatta scienza, siccome noi con questi princípi, non cosí come in questi libri si sono stabiliti, nel difendiamo nelle Note a’ Princípi del Diritto universale. Donde perché que’ libri non facciano piú di bisogno, rapportiamo, e piú afforzato, quel luogo qui.

1317[755]..... doveva in otto giorni far un viaggio [CMA3] di ventiduemilacinquecento e piú miglia; il qual errore gli è notato da Eratostene. Or qui aggiugniamo ch’i lotofagi furon anco della Caldea, perché Giobbe piange il felice stato onde cadde, ch’esso mangiava pane di frumento e li suoi servi si nutrivano di cortecce d’alberi.

1318[757*] [CMA3] IV. — Che l’oracolo dodoneo è posto da Omero tra i tesproti: dappoi i greci, per la somiglianza del culto, l’avessero osservato e detto in Egitto.

1319[759]..... non distese piú che venti miglia, come sopra abbiam detto, l’imperio, e pur l’acquisto di Corioli diede a Marcio il titolo di Coriolano, com’a conquistatore d’una provincia. L’Italia fu certamente circoscritta..... poi con le vittorie romane, si è disteso da Nizza di Savoia fino allo stretto di Messina, quale Livio il descrive.

1320[761]..... come greci (quelli di Menelao, di Diomede, d’Ulisse). E sopra queste novelle sparse per lo mondo da’ greci si dovrebbono con piú veritá descrivere le carte geografiche de’ viaggi [p. 233 modifica] d’Ulisse e d’Enea. Osservaron essi per lo mondo sparso..... gli Ercoli dell’altre nazioni aver preso il nome dal lor Ercole egizio, per quel comun errore, che suol essere padre della boria, come madre n’è l’ignoranza, onde credevan essere la nazione piú antica .

CAPITOLO SECONDO

1321[771] ..... le favole debbon aver avuto alcun pubblico motivo di veritá, nella cui ricerca macera tanto di scelta erudizione Samuello Bocharto, De adventu Aetieae in Italiani, per farla istoria. Perché egli è Evandro sí potente..... fu egli il primo che menò una colonia nel mar vicino? E se tali frigi non sono i compagni d’Enea, tal difficultá s’avvanza vieppiú, quanto sono trecento anni piú antichi degli Ermodori che vengono da Efeso, cittá pur d’Asia, a far l’esiglio in Roma, per dar le notizie delle leggi ateniesi a’romani, onde portino la legge delle XII Tavole da Atene in Roma; e vi viene da un cento anni dopo che nemmeno il nome di Pittagora..... non sapevano chi fusser i romani, giá potenti in Italia? Oh critica sopra gli scrittori troppo scioperata, che da tali principi incomincia a giudicar il vero delle cose romane!

1322[772].....e i vinti ricevuti in qualitá di soci eroici, dispersi per le campagne di quel distretto, obbligati a coltivare i campi per gli eroi romani; e ch’avessero avuto ben i romani l’idee di vagabondi, cosí mediterranei come marittimi, d’uomini senza terreni, e non avessero le voci da spiegare cotali cose straniere; ma che cosí l’ebbero da’ greci, che dovettero i vagabondi mediterranei chiamare «arcadi» uomini selvaggi, e i marittimi chiamare «frigi» per uomini usciti da cittá bruciate, stranieri venuti da mare e che non avevano terre. E cosí a capo di tempo che tali tradizioni per mano di gente barbara.

1323[772*] Ma pur resta uno scrupolo sull’oppenione volgare de’ dotti, che i troiani non furon greci, ond’han creduto la frigia essere stata una lingua da quella de’ greci diversa. Certamente Omero non ha dato loro l’occasione di tal comun errore, perché egli chiami i greci d’Europa «achivi», e «frigi» quelli dell’Asia; e senza dubbio Troia per un picciolo stretto di mare era divisa dal continente d’Europa, come l’Ionia, dove fu Troia, senza contrasto tutta fu greca. Ma Aceste fu eroe troiano e fonda la lingua greca [p. 234 modifica] in Sicilia, ed è di tanta antichitá che Enea il ritruova avervi fondato un potente regno; talché dovette menarvi una colonia eroica greca di Frigia molto tempo innanzi della guerra troiana.

CAPITOLO TERZO

1324[775]..... dovettero chiamare «aras» (perché Virgilio osserva ch’a’ suoi tempi gl’italiani dicevano «aras» gli scogli che sovrastan al mare) e appellar anco «arces» tai luoghi forti di sito..... sulcus designandi oppidi raptus [CMA3] (cioè fu il campo arato dove poi surse la cittá), ut magnam Herculis aram amplecteretur, ara Herculis erat» (talché dice apertamente che cotal ara fu tanto ampia quanto lo fu poi la cittá di Roma nella prima sua pianta). Di sí fatte are è sparsa la prima geografia.

1325[778]..... Cotal voce..... per immensi tratti di luoghi e tempi e costumi tra lor divise e lontane diede forse l’origine all’«araldo» degl’italiani, che con la sua santitá arretra ogni forza nimica, e donde venne «aratrum» a’ latini, la cui curvatura si disse «urbs».....