La scienza nuova seconda/Brani soppressi o mutati/Libro quarto/Sezione decimaterza

Libro quarto - Sezione decimaterza

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SEZIONE DECIMATERZA

CAPITOLO PRIMO

[Nella SN2 questo capitolo e i due che seguono costituiscono una lunga introduzione, senza titolo, del libro quinto. Ma giá nelle CMA1 questa introduzione, pur restando al medesimo posto, venne spezzata in due capitoli, i quali, divenuti tre, nelle CMA3 mercé lo sdoppiamento del primo, furono, nella SN3, anticipati al quarto libro].

1374[1004] Da si lunga, numerosa, multiforme, costante e perpetua successione di cose umane.apertamente e con evidenza si è da noi dimostrato che, per tutta l’intiera vita..... ma di forme seconde mescolate col governo delle prime; il qual mescolamento naturale, quanto è vero in natura, tanto egli non è stato punto osservato da tutti i politici. [CMA3] Questo ha fruttato scrivere di sí fatta scienza sull’idee boriose particolari de’ dotti, e non sopra le comuni delle medesime nazioni, dalla comune natura delle quali, che questa Scienza contempla, naturalmente nascono essi Stati e secondo quella naturalmente si ordinano essi governi civili. Egli è tal mescolamento fondato [SN2] sopra quella degnitá: che, cangiandosi gli uomini ne’ lor costumi, ritengono per qualche tempo l’impressione del vezzo primiero, e per quella metafisica veritá: che le forme per la lor unitá si sforzano quanto piú possono di discacciar dai loro subbietti tutte le propietá d’altre forme.

CAPITOLO SECONDO

1375S’introdusse la legge monarchica con questa natural legge regia, che sentirono pure tutte le nazioni, che riconoscono da Augusto essersi fondata la monarchia de’ romani, e per la quale Bodino si maraviglia dell’effetto, perché non sa la cagione, che tutti gli ordini necessari alla monarchia esso osserva esser uniformi tra gli ebrei, romani, turchi e francesi, e solamente variar nel suono delle voci di quattro lingue diverse. Perché queste quattro nazioni [p. 256 modifica] con un senso uniforme sentirono tali e non altri, tanti né piú né meno, bisognar alla monarchia. Se non vogliamo che la legge regia di Samuello, con la quale Saulle da Dio fu ordinato monarca, con gli stessi viaggi di Pittagora per lo mondo, avesse caminato dagli ebrei a’ romani, da’ romani a’ turchi ed a’ francesi. E i pareggiatori del diritto attico fanno venire la legge delle XII Tavole da Atene in Roma per alquanti pochi costumi civili romani, ch’osservano sopra autori greci essere stati conformi in Atene. Ma della patria potestá, della suitá, agnazione, gentilitá, e quindi delle successioni legittime, de’ testamenti, delle tutele, della mancipazione (con cui si solennizzavano tutti gli atti legittimi, tra’ quali erano i matrimoni e le adozioni, e senza la quale tra’vivi non s’acquistava dominio civile), delle usucapioni e finalmente delle stipulazioni (con le quali s’avvalorano tutti i patti), nelle quali cose consiste tutto il corpo del diritto romano, siccome negli ordini osservati dal Bodino uniformi traile quattro anzidette nazioni si contiene tutta la forma del governo monarchico, essi non ne rapportano verun luogo pari da niuno greco scrittore; e ciò che loro fece prender abbaglio, fu il lusso greco de’ funerali, che truovaron vietato dalle leggi romane. Ma vi voleva questa Scienza, che lor dasse la discoverta de’ caratteri poetici, co’ quali parlarono per lunga etá le antiche nazioni, per poter intendere che dovette introdursi in Roma dopo che i romani si erano conosciuti co’ greci, che fu con l’occasione della guerra di Taranto, che portò appresso quella con Pirro; e che nelle XII Tavole si andarono tratto tratto aggiugnendo le leggi che dal CCCIII di Roma si comandarono lunga etá appresso, come noi ne’ Corollari della Logica poetica abbiamo pienamente sopra dimostro.

1376[1007] Or, ritornando al proposito, diciamo che cotal legge regia naturale, ch’intesero tutte le nazioni, non seppero vedere tutti gl’interpetri delle leggi romane, occupati tutti d’intorno alla favola della legge regia di Tribuniano, di cui apertamente si professa autore nell’Istituto, ed una volta l’appicca ad Ulpiano ne’ Digesti. D’intorno alla quale se Tribuniano non avesse favoleggiato, essi non saprebbero render alcuna ragione della monarchia romana che fu fondata da Augusto; [CMA3] siccome Ugon Grozio, per renderne ragione, egli è, quantunque a torto, con vani o falsi o irragionevoli argomenti notato dal Gronovio, che vi scrive le note a compiacenza della libertá olandese, che ’l Grozio in ciò sia adulatore della francese monarchia. Ma l’intesero bene i giureconsulti romani..... [p. 257 modifica]

1377[1008] ..... la maggior parte de’cittadini non curano piú ben pubblico; [CMA3] e nelle cose politiche il maggior numero si tiene a luogo di tutti, siccome nelle morali lo «per lo piú» si tien a luogo di «sempre». Lo che Tacito, sappientissimo di diritto natural delle genti.

CAPITOLO TERZO

1378[1014]..... [CMA3] a celebrar le cittá, ed a cingerle di muraglie. Tanto gli antichissimi monarchi sognati da’ politici, da’ qual’incomincia la sua posizione il Bodino, erano stati lontani dal pensier d’infrenar le cittá col timore delle fortezze! E tanto i fondatori delle cittá essi furono quelli.

1379[1015]..... Tanto il regno romano era stato monarchico e la libertá da Bruto ordinatavi popolare! Dovrá perciò il Bodino, per mantener il suo detto, ricorrere a’ servi co’ quali Abramo fece guerra co’ re gentili. Ma gli schiavi si fanno in guerra, che, per la sua posizione, hanno ancora da cominciare.

1380[1016]..... degli schiavi, che vennero dopo le cittá con le guerre. E contro sua voglia si salvi Gian Bodino, che fa materia delle repubbliche uomini liberi e servi, e si perde in ritruovarne la guisa. Ma Abramo non fece guerre alliato con altri patriarchi, e, se con altri patriarchi avesse fatto le guerre che fece contro gli re gentili, se non vi fosse stato diverso ordinamento dato espressamente da Dio, doveva con quelli dividere le conquiste.

1381[1017]. [CMA3*] E sí gli antichi franchi, che ’l Bodino, francese, non intende, il diedero alla sua Francia. Il qual costume umano usa tuttavia la religione di Malta, la quale distingue le nazioni de’suoi cavalieri per «lingue».

1382[1019] perché gli uccidevano per ordine di essi senati regnanti. [CMA1] Come Bruto dovette liberar Roma dal tiranno Tarquinio, ch’aveva fatto uccider una gran parte del senato; né l’arebbe liberata altrimente se non fusse avvenuto il fatto di Lucrezia, il qual commosse la plebe contro il tiranno. Gli re, nella ferocia de’ primi popoli.....