La scienza nuova seconda/Libro quarto/Sezione decimaterza/Capitolo primo
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[CAPITOLO PRIMO]
1004Per tutte le cose che in questo libro si sono dette, con evidenza si è dimostrato che, per tutta l’intiera vita onde vivon le nazioni, esse corrono con quest’ordine sopra queste tre spezie di repubbliche, o sia di Stati civili, e non piú: che tutti mettono capo ne’ primi, che furon i divini governi; da’ quali, appo tutte, incominciando (per le degnitá sopra poste come principi della storia ideal eterna), debbe correre questa serie di cose umane, prima in repubbliche d’ottimati, poi nelle libere popolari e finalmente sotto le monarchie. Onde Tacito, quantunque non le veda con tal ordine, dice (quale nell’Idea dell’opera l’avvisammo) che, oltre a queste tre forme di Stati pubblici, ordinate dalla natura de’ popoli, l’altre di queste tre, mescolate per umano provvedimento, sono piú da disperarsi dal cielo che da potersi unquemai conseguire, e, se per sorte ve n’hanno, non sono punto durevoli. Ma, per non trallasciare punto di dubbio d’intorno a tal naturale successione di Stati politici o sien civili, secondo questa ritruoverassi le repubbliche mescolarsi naturalmente, non giá di forme (che sarebbero mostri), ma di forme seconde mescolate coi governi delle primiere; il qual mescolamento è fondato sopra quella degnitá: che, cangiandosi gli uomini, ritengono per qualche tempo l’impressione del loro vezzo primiero.
1005Perciò diciamo che, come i primi padri gentili, venuti dalla vita lor bestiale all’umana, eglino, a’ tempi religiosi, nello stato di natura, sotto i divini governi, ritennero molto di fierezza e d’immanitá della lor fresca origine (onde Platone riconosce ne’ polifemi d’Omero i primi padri di famiglia del mondo); cosí, nel formarsi le prime repubbliche aristocratiche, restaron intieri gl’imperi sovrani privati a’ padri delle famiglie, quali gli avevano essi avuto nello stato giá di natura; e, per lo loro sommo orgoglio, non dovendo niuno ceder ad altri, perch’erano tutti uguali, con la forma aristocratica s’assoggettirono all’imperio sovrano pubblico d’essi ordini loro regnanti; onde il dominio alto privato di ciascun padre di famiglia andò a comporre il dominio alto superiore pubblico d’essi senati, siccome delle potestá sovrane private, ch’avevano sopra le loro famiglie, essi composero la potestá sovrana civile de’ loro medesimi ordini. Fuori della qual guisa, è impossibil intendere come altrimente delle famiglie si composero le cittá, le quali, perciò, ne dovettero nascere repubbliche aristocratiche, naturalmente mescolate d’imperi famigliari sovrani.
1006Mentre i padri si conservarono cotal autoritá di dominio dentro gli ordini loro regnanti, finché le plebi de’ loro popoli eroici, per leggi di essi padri, riportarono comunicati loro il dominio certo de’campi, i connubi, gl’imperi, i sacerdozi e, co’ sacerdozi, la scienza ancor delle leggi, le repubbliche durarono aristocratiche. Ma, poi che esse plebi dell’eroiche cittá, divenute numerose ed anco agguerrite (che mettevano paura a’ padri, che nelle repubbliche di pochi debbon essere pochi) ed assistite dalla forza (ch’è la loro moltitudine), cominciarono a comandare leggi senza autoritá de’ senati, si cangiarono le repubbliche, e da aristocratiche divennero popolari: perché non potevano pur un momento vivere ciascuna con due potestá somme legislatrici, senza essere distinte di subbietti, di tempi, di territori, d’intorno a’ quali, ne’ quali e dentro i quali dovessero comandare le leggi: come con la legge publilia, perciò, Filone dittatore dichiarò la repubblica romana essersi per natura fatta giá popolare. In tal cangiamento, perché l’autoritá di dominio ritenesse ciò che poteva della cangiata sua forma, ella naturalmente divenne autoritá di tutela (siccome la potestá c’hanno i padri sopra i loro figliuoli impuberi, morti essi, diviene in altri autoritá di tutori); per la quale autoritá, i popoli liberi, signori de’ lor imperi, quasi pupilli regnanti, essendo di debole consiglio pubblico, essi naturalmente si fanno governare, come da’ tutori, da’ lor senati; e si furono repubbliche libere per natura, governate aristocraticamente. Ma, poi che i potenti delle repubbliche popolari ordinarono tal consiglio pubblico a’ privati interessi della loro potenza, e i popoli liberi, per fini di private utilitá, si fecero da’ potenti sedurre ad assoggettire la loro pubblica libertá all’ambizione di quelli, con dividersi in partiti, sedizioni, guerre civili, in eccidio delle loro medesime nazioni, s’introdusse la forma monarchica.