La madre (Deledda)/Capitolo 19
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Paulo, dentro, pensava:
— Così si muore. Quest’uomo è fuggito dagli uomini perchè aveva paura di uccidere, di peccare troppo. Eccolo qui, adesso, pietra fra le pietre. Così sarò io fra trenta, fra quarant’anni, dopo un esilio eterno. E lei stasera forse mi aspetterà ancora....
Allora si scosse. Ah, non era morto, come credeva. La vita gli batteva dentro, gli si svegliava forte e tenace come l’aquila fra le pietre.
— Bisognerebbe passare la notte quassù. Se io passo questa notte senza incontrarmi con lei sono salvo. Su, Paulo, coraggio.
Uscì e sedette pensieroso accanto ad Antioco. Il tramonto arrossava già l’orizzonte: nel recinto s’allungavano le ombre delle rocce e dei cespugli che il vento agitava; e pareva fossero le chiazze di sole a tremolare: e così egli dentro di sè non sapeva distinguere quale dei suoi desideri era il più fermo.
— Il vecchio non parla più: è in agonia. Adesso gli daremo l’estrema unzione; e se muore bisognerà provvedere al trasporto della salma. Bisognerebbe — aggiunse, come fra sè, ma non osò finire la frase: — passare qui la notte.
Antioco si alzò e preparò per l’estrema unzione; aprì la cassettina, facendone scattare con piacere i ganci argentei, trasse la tovaglia, trasse il vaso: spiegò la cappa se la gettò sulle spalle: pareva lui il sacerdote.
Quando tutto fu pronto, rientrarono nella capanna, dove il nipote del vecchio, inginocchiato, sorreggeva la testa del moribondo.
Antioco s’inginocchiò dall’altra parte, con le falde della cappa sparse per terra, e coprì con la tovaglia la pietra che serviva da sedile. Il vaso d’argento rifletteva il rosso della cappa.
Anche la guardia s’inginocchiò di fuori, col suo cane accanto.
E il prete unse la fronte del vecchio, e il cavo delle mani che non avevano mai voluto far violenza, e i piedi che l’avevano portato lontano dagli uomini come dal male stesso.
Il sole al tramonto mandava dentro la capanna un ultimo chiarore, soffuso del quale Antioco appariva fra il moribondo e il prete come una brage fra carboni spenti.
— Bisogna ritornare — pensava Paulo: — non c’è ragione di star qui.
— È grave — disse, ritornando fuori: — non ha più coscienza di nulla.
— Stato comatoso — precisò la guardia.
— Fra qualche ora è morto. Occorrerà provvedere al trasporto della salma. E di nuovo avrebbe voluto aggiungere:
— bisognerebbe passare la notte qui; — ma ebbe vergogna della sua finzione.
D’altronde si sentiva spinto a camminare, a ritornare giù. Col cadere della sera il peccato lo riattirava, lo stringeva con la rete dell’ombra. Ed egli se ne accorgeva e ne provava terrore: ma in fondo si vigilava; sentiva la sua coscienza desta, pronta a sorreggerlo.
— Basta passare questa notte senza vederla, e sono salvo.
Se qualcuno riuscisse a trattenerlo! Se il vecchio si sollevasse e gli afferrasse l’orlo della veste!
Tornò a sedersi, cercò di prender tempo. Il sole era già caduto sopra la linea estrema dell’altipiano, e lassù i tronchi delle querce si disegnavano, sullo sfondo rosso dell’orizzonte, come le colonne di un portico sormontate da una grande cornice nera. Neppure la morte turbava la pace di quella grande solitudine.
Paulo si sentiva stanco, e, come la mattina ai piedi dell’altare, avrebbe voluto stendersi sulle pietre e addormentarsi.
Intanto la guardia aveva per conto suo preso una decisione; s’era a sua volta inginocchiata presso il moribondo e gli mormorava qualche cosa all’orecchio. Il nipote guardava sospettoso, ma anche un po’ ironico. S’avvicinò al prete e gli disse:
— Adesso che avete fatto il vostro dovere, andate, andate in pace; so io adesso quello da farsi.
La guardia ritornò fuori.
— Non parla più — disse — ma da un suo cenno ho potuto capire che ha regolato tutte le sue cose. Nicodemo Pania, — aggiunse rivolgendosi al nipote, — in tua coscienza, puoi assicurarci che possiamo andare tranquilli?
— Salvo il santissimo sacramento dell’estrema unzione, potevate anche non venire. Che cosa v’importa dei fatti miei?
— Bisogna rispettare la legge! E non alzare la voce, Nicodemo Pania.
— Basta, adesso, non gridate, — disse il prete accennando la capanna
— Lei m’insegna che nella vita non c’è che un dovere: fare il proprio dovere, — sentenziò la guardia.
E il prete balzò in piedi, punto da quelle parole; tutto oramai gli parlava al cuore, e gli pareva che Dio stesso pronunziasse i suoi voleri per bocca degli uomini.
Rimontò a cavallo e disse al nipote del vecchio:
— Non abbandonare tuo nonno, finchè non è spirato. Dio è grande e noi non sappiamo mai quello che può succedere.
L’uomo l’accompagnò per un tratto di strada.
— Ascolti, — disse, quando furono lontani dalla guardia; — sì, il nonno mi ha consegnato i danari. Eccoli qui, sotto la mia ascella. Non sono molti, ma quelli che sono, sono miei?
— Se egli li ha dati solo per te, sono tuoi — rispose Paulo; e si volse per vedere se gli altri seguivano.
Seguivano. Antioco s’appoggiava a un bastone che s’era fatto con un ramo di literno; la guardia, con la visiera del berretto e i bottoni luccicanti al riflesso del crepuscolo, prima d’imboccare il sentiero si volse e fece il saluto militare verso la capanna. Salutava la morte. E l’aquila parve rispondere dal suo covo, sbattendo ancora una volta le ali prima di addormentarsi.